Protesta dei detenuti del carcere di Ivrea, dove la scorsa notte un recluso extracomunitario si e’ impiccato con un lenzuolo alle grate della sua cella al primo piano destro della casa circondariale. Nel pomeriggio alcuni carcerati si sono rifiutati di rientrare in cella e si sono arrampicati sul muro del cortile passeggi lamentandosi delle condizioni in cui vivono. Lo rende noto l’Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, per voce del segretario generale Leo Beneduci. In questo momento i detenuti stanno protestando battendo le stoviglie contro le inferriate delle celle. “La situazione comincia a farsi esplosiva e i fatti di Ariano Irpino e oggi di Ivrea parlano chiaro. E’ sempre piu’ urgente – sostiene Beneduci – che la nuova autorita’ politica della giustizia dia concreti segnali di innovazione nella gestione delle Carceri e nell’organizzazione della polizia penitenziaria. Sommosse, suicidi e aggressioni alla polizia penitenziaria non possono essere il normale andamento delle Carceri”.
Alcune decine di detenuti del carcere di Ivrea che questo pomeriggio si trovavano nel cortile del penitenziario si sarebbero rifiutati di rientrare in cella. Alcuni di loro, per protesta, sarebbero anche saliti sul muro del cortile rientrando nelle celle solo dopo oltre due ore di trattativa dando inizio pero’ a una battitura dei blindi. A darne notizia l’Osapp, (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) attraverso il suo segretario generale, Leo Beneduci. “La situazione nelle carceri comincia a farsi esplosiva – commenta Beneduci – e sempre piu’ elevato si fa il rischio per gli appartenenti alla polizia penitenziaria. A fronte di tale situazione – prosegue Beneduci – e’ urgente che la nuova autorita’politica della giustizia dia concreti segnali di innovazione nella gestione delle carceri”.
Articolo pubblicato il giorno 16 Giugno 2018 - 21:34