E’ morto in carcere uno dei boss dello spacciod el Rione Traiano. Giuseppe Ivone, 53 anni detto Peppuccioè stato stroncato da un infarto due giorni fa mentre era detenuto nel padiglione Palermo, quello destinato ai boss in regime di alta sorveglianza. Due settimane fa era stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere nell’ambito del processo contro il “sistema” camorra del rione Traiano con a capo le famiglie Puccinelli-Petrone e tutti i clan federati che ha visto infliggere complessivamente circa 8 secodi di carcere. Sulla morte di Ivone, come da prassi, è stata aperta un’inchiesta e il magistrato ha disposto che sia effettuata l’autopsia.
Peppuccio Ivove era il figlio di Antonio “papele” e fratellastro di Raffaele Stolder, noto rapinatore camorrista di Forcella ed esperto delle rapine alle banche attraverso le fogne. Era stato arrestato nel maxi blitz del 31 gennaio del 2017 con quasi 90 persone finite in carcere e oltre 130 indagati. Giuseppe Ivone e la sua famiglia gestivano alcune piazze di spaccio in via Tertulianno e via Romolo e Remo al rione Traiano. Secondo le dichiarazioni e le accuse dell’ex boss di Forcella, Maurizio Ferraiuolo ( tra l’altro parente degli Ivone) proprio Giuseppe Ivone teneva a libro paga alcuni esponenti delle forze dell’ordine corrotti.
In un verbale incluso nelle mille pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Egle Pilla nei confronti di oltre 130 tra boss e gregari del clan Puccinelli del rione Traiano, Ferraiuolo spiega: “… I Cutolo sono molto pericolosi… non sentivano ragioni ed erano soliti sparare contro i palazzi. Ricordo l’ultima sparatoria del marzo-aprile 2012 contro la palazzina dove i miei cugini Gaetano, Gustavo e Raffaele Ivone spacciano. Spararono all’indirizzo della casa dove abita la figlia di Cocozza Francesco, quest’ultimo sodale di Gaetano Ivone (anche proprietario di casa). Anzi preciso che questa casa solo apparentemente è un casa di abitazione, ma è una piazza di spaccio. Spesso questa casa è stata oggetto di interventi della Polizia per controlli, su mandato di mio zio Giuseppe Ivone, che è solito fare il confidente ed ha anche intese corruttive sia con carabinieri che polizia. Io sentivo parlare del quinto distretto e di un certo …(omissis). Ivone Giuseppe paga 1500 euro al quinto distretto per lavorare indisturbato. Tanto l’ho appreso anche da Alfredo Sorianiello, il quale del pari corrompeva gli appartenenti al quinto distretto. I soldi materialmente li consegnavano Ivone Giuseppe e Ballaro Salvatore, quest’ultimo da me avviato alle estorsioni alla Maddalena e a Forcella, almeno fino al mio arresto…”.
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