E’ completamente libero uno dei più pericolosi killer dell’ormai disciolto clan Lo Russo di Miano. Si tratta di Pasquale Angellotti detto linuccio ‘o cecato. L’uomo dopo otto anni di carcere e un anno di arresti domiciliari e grazie alla strategia difensiva dell’avvocato Raffaele Chiummariello, è scampato a ben due ergastoli ed è tornato in libertà. Angellotti era stato condannato al massimo della pena in quanto uno dei componenti del commando che nel giugno del 2004 aveva partecipato al clamoroso duplice omicidio dell’ambulanza con il boss Salvatore Manzo “scissionista” del clan dei capelloni degli Stabile di Chiaiano e del suo guardaspalle Giuseppe D’Amico. Ebbene secondo il racconto di alcuni pentiti, poi smentiti in aula Pasquale Angellotti era su una delle moto che avrebbe compiuto il massacro. Fu condannato prima all’argastolo, poi a venti anni e quindi assolto dopo che la Cassazione aveva deciso la celebrazione di un nuovo processo di Appello. Un secondo ergastolo scampato è quello relativo all’omicidio di Raffaele Calcagno avvenuto in trasferta ad Ercolano per conto degli alleati Birra-Iacomino nell’ambito della faida con gli Ascioen-Papale. Infine condannato in via definitiva a otto anni di carcere per traffico di droga per conto dei Lo Russo, ora dopo sei anni trascorsi in carcere è in libertà perché ha finito di scontare la sua pena. Fu arrestato a Marano nel settembre del 2011
Il ritorno in libertà di Angellotti riapre nuovi scenari criminali tra le cosche di Miano e dintorni. Il quartiere si presenta letteralmente spaccato in due. Da un lato ci sono i ribelli della famiglia Nappello, o meglio ciò che ne resta dopo la microscissione interna consumatasi l’anno scorso, che gestirebbero la parta alta di Miano, quella che dal ponte del Don Guanella si allunga fino al cimitero de-gli Inglesi. Quella bassa, che poi è anche quella centrale, è invece diretta dai reduci del vecchio clan Lo Russo, oggi aggrappati proprio alla reggenza di Pasquale Angellotti, alias “’o cecato”: questa seconda zona si estende fino a lambire corso Secondigliano e la Masseria Cardone, fortino dei Licciardi. La zona alta, specializzata nel traffico e nello spaccio di droga, è inoltre compressa dal vicino quartiere Chiaiano, dove oggi comanda la famiglia Stabile.
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