“All’epoca il sistema funzionava così: la gestione della droga era dei Polverino – mi riferisco al mio clan di riferimento -gruppo del quale faceva parte Salvatore Ruggiero, Giovanni Raniello, Diego Giarra, Cristofaro Candela, “Giggino o’ chiattone”, Claudio detto “Caccone”, Lello “recchi e’ puorc”, “Pinotto”, il cognato di Lello “recchi e’ puorc” e tale Michelino del quale vi parlerò e qualcun altro, “Tre bastone”…omissis…”. Teodoro Giannuzzi in uno dei primi interrogatori cui è stato sottoposto dai pm della Dda ha delineato le modalità e il ruolo delle persone coinvolte nel traffico di droga tra Marano di Napoli e Quarto Flegreo. E ha puntato in maniera decisa il dito contro i vecchi compagni.
“Mi sono anche ricordato”, ha aggiunto nel corso dello stesso interrogatorio Tedoro Giannuzzi”, che in occasione del pestaggio consumato ai danni del figlio di “Cicc e’ l’acqua”, non solo c’era anche Giovanni Raniello ma Nicola Raimondo disse a Cristofaro Candela di andare a prendere una pistola; tanto fu ordinato da Salvatore “u russ” . Candela si allontanò e andò di fronte a dove noi stavamo, e cioè una strada di fronte al Truglio, e ritornò con una pistola dopo pochi minuti; se non mi sbaglio li abita una sua parente. Sempre in ordine al pestaggio devo dirvi che a dare il colpo di pistola in testa alla vittima non fu solo Cristofaro Candela ma anche Nicola Raimondo detto o’ spagnolo”. Il 21 settembre 2017 Teodoro Giannuzzi parlò di Antonio Agrillo, sostenendo che “gestisce la piazza di spaccio di Quarto insieme a Mauro Verde e a un altro ragazzo, Pasquale “Dragon Bill”. I tre gestiscono e pagano agli Orlando la quota per poter gestire la piazza. Mi risulta che Antonio Agrillo sia uno stipendiato degli Orlando”.
Articolo pubblicato il giorno 30 Giugno 2018 - 23:58