“Senza eccedere – dice Bucchi – io sono ambizioso e pur sapendo che l’anno prossimo la serie B sarà molto competitiva non ho paura di dire che voglio tornare in serie A. L’importante è dirlo con umiltà, evitando presunzioni o altro che non servono a niente, ma facendolo con il lavoro e l’applicazione costante. Del resto sappiamo anche che saremo ogni sabato la squadra da battere dopo aver disputato una stagione che ha visto la squadra giallorossa sempre al centro dell’attenzione nonostante la retrocessione. L’anno di Sassuolo lo ritengo importante, nonostante l’esonero. Perchè bisogna fare tesoro degli errori per cercare di crescere. Una stagione che è servita a maturarmi. Mi fa piacere che io ed il Benevento abbiamo vissuto la stessa parabola contemporaneamente. Sarà un segno del destino visto che insieme siamo approdati dalla C alla A e poi siamo ridiscesi tra i cadetti. Io a queste cose ci credo, del resto il fatalismo esiste in tutto. Non sono ancorato a schemi o moduli precisi. Per dirla breve non faccio parte della schiera degli integralisti. Mi adatto a quelle che sono le caratteristiche dei calciatori che metto in condizione di rendere al meglio. Non contano i numeri, ma la realtà, la sostanza, le prestazioni. Mi piace il 4-3-3, ma non disdegno altri schemi. I miei giocatori in campo devono essere bravi a interpretare momenti, situazioni e partite. Nel corso del match cambiare pelle ed atteggiamento. Insomma, avere sempre gli equilibri giusti. Mi chiedete se sono un esteta oppure un pragmatico. Beh, vi dico che a me piace che le mie squadre giochino a calcio ed attraverso le prestazioni vincano, ma come ho avuto modo già di ripetere bisogna essere anche concreti”.
Articolo pubblicato il giorno 12 Giugno 2018 - 08:33