I porti di Ischia e Forio sono stati recentemente inseriti nel registro internazionale tenuto dalla ICCAT- International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (elenco dei cd. “porti designati). Dopo aver avuto modo di ascoltare i reali bisogni del ceto peschereccio isolano, questa Autorità Marittima, ha sollecitato la definizione dell’iter amministrativo finalizzato all’individuazione dei Punti di Sbarco e relativa regolamentazione dei porti di Ischia e Forio d’Ischia ed, a tal proposito, nei mesi scorsi si sono svolti appositi tavoli tecnici con le amministrazioni comunali interessate e le locali Autorità Sanitarie.
L’efficace collaborazione di tutte le amministrazioni coinvolte ha permesso alla Regione Campania di individuare i nuovi punti di sbarco del pescato, che sono stati poi successivamente regolamentati con le Ordinanze ed i Regolamenti a firma congiunta nr.112/2017 (Forio d’Ischia) e nr.21/2018 (porto di Ischia), già disponibili on-line sul portale web istituzionale per la consultazione. La stagione di pesca estiva, però, ha rischiato di subire notevoli disagi a seguito dell’adozione di nuovi provvedimenti normativi (Art. 2 comma 6 del Decreto MIPAAF del 23.02.2018 – Misure tecniche per la pesca del pesce spada nel Mediterraneo) il quale stabiliva che lo sbarco del pesce spada ad Ischia non era più consentito proprio per la mancanza dei cosiddetti “Porti Designati” (quelli di Pozzuoli e Procida i più vicini).-
Questa Autorità Marittima ha ritenuto, quindi, dover segnalare i porti di Ischia e Forio (recentemente regolamentati) tra quelli meritevoli di inserimento nel registro internazionale ICCAT, proprio per una realtà, come quella di Ischia, ad alta vocazione marittima.
La ratifica si è positivamente conclusa da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, con l’inclusione dei 2 scali marittimi tra i 140 porti designati italiani. Ciò consentirà, d’ora in poi e per la prima volta, alla marineria ischitana di sbarcare sull’isola specie ittiche di elevato valore economico come il tonno rosso (Thunnus thynnus) oltre che il pesce spada (Xiphias gladius) secondo le modalità e le limitazioni previste dalle ristrettive norme comunitarie.
Nelle more di una più dettagliata e specifica regolamentazione locale in materia in corso di definizione, è indubbio che questo risultato, lungamente atteso, costituisce un elemento di assoluta rilevanza strategica per la corretta regolamentazione e movimentazione del pescato oltre che per l’implementazione di un ulteriore fattore di sviluppo per il ceto peschereccio ischitano in termini operativi, produttivi, pratici e, naturalmente, economici.
Articolo pubblicato il giorno 4 Giugno 2018 - 16:30