L’associazione ‘Donne per il sociale Onlus, ha conferito incarico all’avvocato Luigi Ferrandino di costituirsi parte civile nei confronti dei 5 dipendenti dell’albergo della costiera sorrentina accusati di avere stuprato una turista straniera, qualora fossero rinviati a giudizio. Lo annuncia, in una nota, Patrizia Gargiulo, presidente dell’associazione che da anni si batte per tutelare le donne vittime di violenza. “Si tratta di una gravissima vicenda che coinvolge una intera comunita'”, afferma Gargiulo secondo la quale “e’ sconvolgente che all’interno di un albergo della nostra regione possano accadere fatti del genere, a da quanto si apprende dalle dichiarazioni” di fonti della Procura, “non si tratterebbe di caso isolato”. “Non si possono tollerare episodi del genere, – dice ancora Gargiulo – e faremo qualunque azione possa impedire che fatti del genere possano verificarsi ancora”.
Ci sono altre vittime che non hanno denunciato? Sembra proprio di si visto che Raffaele Regio, il giovane aiutante cuoco di Torre del Greco, la mattina dopo lo stupro aveva scritto sul gruppo Whats App denominato “Cattive Abitudini: “Frate, mi so fatto una milf ultimamente. Sempre a tavolone”. E l’uso di quel “sempre” da parte di Regio fa credere che ci possa essere qualcosa di più grave. Ipotesi, al momento, in attesa di riscontri. Che il sostituto procuratore Mariangela Magariello continua a cercare. Ma dal suo canto, già il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata Emma Aufieri, nelle 24 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita lunedì all’alba, ipotizza questo inquietante scenario investigativo: “Tutti gli elementi indiziari presenti nel fascicolo fanno ritenere che gli
indagati siano altamente pericolosi e costantemente inclini a commettere reati di violenza sessuale”. Secondo il gip, quel “sempre a tavolone” usato da Regio “è indicativo e inquietante”. E spiega ancora il gip: “Le modalità organizzative evidenziano la non occasionalità dell’agire. E’ palese che i cinque hanno una trasgressiva personalità connotata dall’esigenza di soddisfare i propri perversi istinti sessuali. Evidentemente la vittima non a caso è stata scelta. Una volta drogata e stuprata, nella prospettiva dei responsabili, avrebbe fatto immediato ritorno nel paese di origine senza avere la materiale possibilità di sporgere una denuncia in Italia il giorno successivo e, una volta a casa, avrebbe ricordato dunque solo in parte, senza alcuna conseguenza per gli indagati, quanto vissuto”.
Articolo pubblicato il giorno 16 Maggio 2018 - 11:09