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Truffe attraverso il ‘Dark web’: arrestati tre napoletani

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Falsificazione di banconote e di metalli preziosi, utilizzo di carte di credito e Sim telefoniche clonate, vendita di documenti falsi, accesso abusivo a sistema informatico e riciclaggio. Sono le accuse che hanno portato a tre misure cautelari e a cinque perquisizioni da parte del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, coordinato dalla Procura della Repubblica di Brescia, al termine di una sofisticata indagine tecnica condotta nel mondo nel ‘Dark Web’. L’attività di indagine ha preso avvio dall’analisi della offerta in vendita di documenti di identità falsi su piattaforme Internet del Dark Web, risorsa informatica accessibile solo utilizzando browser che consentono di navigare in rete in completo anonimato (browser TOR con dominio .onion). Grazie all’intuito degli investigatori, sono state avviate indagini tecniche sul territorio che hanno permesso di accertare come il soggetto principale svolgesse la propria attività illegale, unitamente ad altri due soggetti, nella città di Napoli. Ulteriori riscontri svolti “sul campo”, resi peraltro difficoltosi dalle caratteristiche dei quartieri più popolari della città di Napoli ove risiedevano gli autori dei reati e venivano svolte le attività criminali, hanno consentito di appurare che i tre soggetti erano dediti alla compravendita di banconote false e oro contraffatto, oltre ad utilizzare i proventi dell’utilizzo di carte di credito e SIM telefoniche clonate per acquistare beni di consumo da rivendere sul mercato locale.  In particolare, le carte di credito clonate appartenevano per lo più ad ignari cittadini spagnoli e tedeschi i cui codici di accesso erano oggetto di scambio proprio sui Black Market del Dark Web. I guadagni così ottenuti fruttavano migliaia di euro mensili. L’organizzatore del traffico illecito era conosciuto in rete con il ‘nickname’ di Benz99 ed era riuscito a guadagnarsi la stima di diversi compratori per la qualità degli articoli posti in vendita on-line. Gli investigatori della Gdf hanno quindi ricostruito l’intero gruppo criminale attraverso le fonti di prova attribuibili ai tre soggetti. Su disposizione dell’autorità giudiziaria di Brescia, le Fiamme Gialle hanno eseguito tre misure cautelari: una ordinanza di custodia in carcere, una ordinanza di custodia agli arresti domiciliari e un obbligo di firma. Effettuate perquisizioni domiciliari e locali ove sono stati rinvenuti Computer e Smartphone che saranno analizzati secondo le tecniche della “Digital Forensics”.


Articolo pubblicato il giorno 24 Maggio 2018 - 12:25

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