Il Benevento sta bene, nonostante le molte assenze, ha un’identità ora, con De Zerbi. Fa il gioco. Viola e Sandro dettano il gioco, sui lati Letizia fa meglio di Gyamfi che litiga spesso con il pallone. Ci sta. Per una ventina di minuti il match non decolla. Poi la Spa accelera. Un pallone filtrante manda in porta Antenucci, giudicato in posizione irregolare.
Ma al 25′ sfrutta al meglio la sbavatura della catena difensiva di destra, Sagna e Djimsiti perdono le distanze, Antenucci si inserisce e arriva fino a Puggioni che in uscita tocca il tiro a colpo sicuro sulla traversa. Il primo ad arrivarci è Paloschi che di teta infila la porta vuota. Uno a zero, il Benevento accusa il colpo. Poco prima aveva svelato le ansie emiliane quando Gomnis era uscito al limite della sua area per anticipare Iemmello e fare una sciocchezza, rimettere di piede la palla in mezzo all’area per evitare il corner. Una punizione di Viola aveva trovato il portiere d’ebano pronto al balzo felino, molto coreografico ed apprezzato.
Questo il pil dei primi 45′, dominati dalla pressione psicologica della Spal.
In copia carbone, la ripresa. Sterile possesso palla ospite, lasciato volutamente dagli estensi, che cercano di sfruttare ogni minima sbavatura. Djimsiti lasciato libero di impostare, non è la specialità della casa, Vicari cancella la pertica maliana in area di rigore, l’attenzione è tutta sulle fasce, dove però Mattiello e Costa controllano con attenzione Letizia e Gyamfi. E’ quindi molto normale che – a ritmi lenti per via del caldo – gli avvocati difensori facciano meglio dei pubblici ministeri. Se il Benevento fa quantità, la Spal sgancia bombe intelligenti. Due, per la precisione: al 9′ Kurtic svetta e Puggioni si distende nella parata più difficile. Poco meno di mezz’ora dopo, Antenucci fila via al debuttante in A Luca Sparandeo e cade in area, sentendo addosso le mani del difensore. Il fallo comincia fuori area, ma il Var non interviene. Rigore per il 2 a 0 finale.
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