Cronaca Giudiziaria

Attentati a Scafati, la guerra tra i Matrone-Buonocore e i Cesarano nelle dichiarazioni di Spinelli

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Scafati. Bombe con mezzo chilo di polvere esplosiva, proiettili, intimidazioni: tra il 2017 e il 2018 Scafati è stata terra di terrore. Una escalation criminale frutto di un ‘riposizionamento’ dei clan sul territorio e del ritorno proponderante di vecchi boss e di un manipolo di giovanissimi adepti.
Molti degli episodi accaduti a partire dall’estate del 2017 sono ancora oggetto di indagine, ma l’arresto di Giuseppe Buonocore, zio Peppe, genero di Francesco Matrone ha delineato i contorni delle nuove ascese criminale sul territorio scafatese. Il primo attentato eccellente è stato proprio quello ai danni di Buonocore: il 14 giugno del 2017 una bomba carta aveva distrutto l’ingresso del Roxi Legend Bar, di via Pietro Melchiade di fronte al Municipio. Le telecamere di videosorveglianza della banca riprendono le immagini dell’attentatore, un individuo con il volto e il capo coperto dal cappuccio di una felpa o di un giubbino. Il 4 luglio, un individuo con il medesimo tipo di abbigliamento viene immortalato da un’altra telecamera mentre posiziona una bomba carta nei pressi di un negozio di via Martiri d’Ungheria, ex centro di scommesse strike in fase di ristrutturazione, di proprietà della famiglia Ridosso. Dieci giorni dopo, un individuo con il volto e la testa coperta da un cappuccio esplode cinque colpi di pistola calibro 7,65 nella saracinesca del Bar Dolce vita di via Alcide De Gasperi di proprietà di Giuseppina Generali, moglie di Andrea Spinelli, detto Dariuccio, poi pentitosi. Il 29 agosto e il 30 agosto vengono presi di mira il negozio di parrucchiere Nico Style di via della Resistenza e la pescheria-ristorante Acqua e sale di via Montegrappa. Ed è proprio Dario Spinelli a dare una spiegazione a quando accaduto nella calda estate del 2017. Il primo attentato è quello a Buonocore, il Roxi legend bar è formalmente intestato a Vincenzo Buonocore, ma è anche gestito dai genitori Giuseppe e Filomena Generali. Zio Peppe è uscito dal carcere nel novembre del 2016 dopo una lunga detenzione per estorsione, ma non perde tempo e si rimette in attività. E Spinelli spiega agli inquirenti che la contesa sul territorio di Scafati è tra due gruppi quello di Buonocore-Matrone e il clan Cesarano di Pompei Castellammare. E quindi racconta di essere “in grado di spiegare cosa sta accadendo, anche del perché è stato fatto un attentato a me, ma si tratta di una vicenda complessa e della quale mi riservo di parlare in un momento in cui sono più calmo e riposato. Attualmente in Scafati si stanno scontrando il clan Cesarano di Castellammare di Stabia e il clan Matrone di Scafati e il tutto è cominciato a seguito della scarcerazione di Buonocore Giuseppe quale reggente del clan Matrone. Il Buonocore Giuseppe, quando è uscito dal carcere si è imposto sul territorio presentandosi come incaricato da parte di Terrestre Umberto – detto Mazzola – e di Matrone Franchino per riattivare il clan Matrone. Sempre a dire del Buonocore sarebbe stato egli a contare mentre non contava più Michele Matrone figlio di Franchino”. Spinelli è sempre stato più legato ai Cesarano che non al clan Matrone e conosce bene le dinamiche che si sono sviluppate dopo gli arresti di esponenti del clan Matrone e dei Loreto-Ridosso. D’altronde è lo stesso Buonocore che dopo aver risposto all’attentato ai suoi danni si è fatto spazio in ambito criminale, tant’è che nelle intercettazioni incluse nell’ordinanza che ha portato al suo arresto racconta – parlando con Vincenzo Nappo ‘o nonno, finito ai domiciliari e fedelissimo del suocero Francesco Matrone, come sta operando in ambito criminale.  Di grande interesse investigativo l’intercettazione registrata il 1 aprile scorso, il giorno di Pasqua tra Buonocore e Vincenzo Nappo, il quale gli raccomandava di agire con prudenza. Buonocore gli spiega che sta agendo “con calma”: ”Io non vado come facevo prima … vado prima con la dolcezza … delicatezza come sto facendo …’stiamo pieni di problemi’ mi avvicino ‘mi dovete dare una mano, una cosa a piacere vostro vedete voi’. Ma allo stesso tempo intimorisce le sue vittime con intimidazioni e minacce, qualora la vittima non paghi. Sempre il 1 aprile del 2018, verso mezzogiorno, Buonocore spiega come ha intimorito delle persone restie a pagare: “un bel pezzo di terra…che ho fatto…vado là… ho tre buchi… ho fatto spalare tre..tre buchi sistemati … ora quando mi inceppo un po’ con la testa, che faccio … armato … andai con le cose in mano … e mi presento ‘… vedi che da oggi in poi tu a me mi devi pagare il mensile .. ci siamo 7?. Dice … ‘ma voi siete ..?; ‘Si.. sono inc. … mi senti a me? Le ha viste queste buche? L’ultimo è preparato per te! I primi due sono per la famiglia tua’ Perché tu ora te ne vai da qua e già lo so che te ne vai nella Caserma … ci puoi andare’ Ti ci accompagno io …’. Non ce l’ho fatta a terminare il discorso … ‘ti ci accompagno io. Li vedi a questi due dietro a me che tu non sai? A kamikaze stanno Devono andare dalla tua famiglia’ Devono uccidere prima a qualcuno della tua famiglia, stanno i buchi preparati … e poi a te vedi?’ e ce lo butto dentro … così per farlo prendere paura o no? … inc. … sulle scarpe senza … senza niente Si pisciò sotto … ‘No … io non vado da nessuna parte’. ‘Ma se vuoi ti accompagno perché lo so che tu mi fai arrestare … cornuto!’ ho detto … ‘tu li vedi a questi due? Uccidono ad uno della tua famiglia Non farai mai bene …’ O no … ‘tu a me mi fai arrestare, ma a questi altri due non li fai arrestare’ E loro ti sanno a te'”.

 Rosaria Federico

 (nella foto da sinistra il pentito Dario Spinelli, Giuseppe Buonocore, Vincenzo Nappo e Luigi Di Martino)


Articolo pubblicato il giorno 10 Maggio 2018 - 23:49

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