Il puzzle difensivo incastrato dagli avvocati a favore del loro assistito ha perso un altro pezzo. Si è concluso il processo di secondo grado a carico del primario del reparto di ginecologia dell’ospedale Villa Malta di Sarno Aurelio Eliberti. I Giudici della Corte d’Apello del Tribunale di Salerno hanno confermato la pena a 9 mesi di reclusione per l’ accusa di omicidio colposo. I fatti risalgano a 8 anni fa: una donna di San Valentino Torio arriva in ospedale per partorire. Dal risultato dei tracciati cardiotocografici eseguiti la situazione del feto appariva critica, era in sofferenza. Si doveva intervenire con un cesareo d’urgenza. Quando la donna fu portata in sala operatoria per l’immediato espellamento del parto era ormai troppo tardi. Il feto nacque morto. I genitori del piccolo sporgono denuncia presso le competenti autorità. Scatta l’inchiesta. Assistita dagli avvocati Antonello Manuel Rega e Filomena Annunziata la coppia segue la prima fase del processo. In sede giudiziaria emerge dalla lettura della relazione firmata dai dottori Giovanni Zotti e Giuseppe De Masellis che il decesso del feto è riconducibile a una encefalopatia ipossica ischemica. Il cervello è stato
privato dell’ossigeno necessario probabilmente perchè la posizione fetale anomala non permetteva la naturale uscita. Accuse per le quali il legale del primario aveva chiesto l’assoluzione. Una tragedia evitabile invece secondo la tesi accusatoria. Condannato a 9 mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, in solido al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di 25 mila euro ciascuno ai genitori del piccolo, la sentenza emessa in appello è stata dunque confermta in secondo grado. L’iter giudiziario potrebbe continuare in Cassazione, con l’ombra della prescrizione che segue dati gli anni a cui ri riferiscono i fatti
Articolo pubblicato il giorno 1 Maggio 2018 - 15:49