Sabato 12 maggio alle 11 il primo appuntamento a Santa Maria Capua Vetere nell’azienda di Pietro Russo, l’imprenditore che ha denunciato le richieste di “pizzo”. Presente il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura Domenico Cuttaia. Il ruolo degli imprenditori e del movimento antiracket è stato determinante nella lotta alla strategia del terrore perpetrata del clan dei casalesi durante il periodo che va dal 2008 al 2018: il sodalizio criminale ha imposto il “pizzo” per mantenere alto il controllo del territorio e per alimentare le attività illecite. La F.A.I., Federazione delle Associazioni antiracket e antiusura Italiane, attraverso il Coordinamento Campano e le associazioni territoriali, promuove una serie di iniziative per ricordare alcuni tragici eventi che hanno riguardato gli imprenditori della provincia di Caserta che si sono opposti con coraggio al racket mafioso del clan dei casalesi denunciando i tentativi di estorsione. Il primo appuntamento è in programma per sabato 12 maggio a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). L’appuntamento è per le 11 in via Avezzana, nel cortile antistante la fabbrica di materassi di Pietro Russo, interessata dalle richieste di “pizzo” da parte dei camorristi casertani. Nel maggio 2008, dopo la denuncia dell’imprenditore verso i suoi estorsori, un incendio doloso distrusse l’Hardflex con danni ingenti per l’intera fabbrica. Russo è stato uno dei primi operatori economici a denunciare gli emissari del clan dei casalesi e oggi è presidente dell’associazione antiracket locale. Dopo i saluti del Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, interverranno – alla presenza di studenti e scout il presidente della FAI Antiracket Santa Maria Capua Vetere Pietro Russo – il presidente della FAI Antiracket Campania Luigi Ferrucci, il Coordinatore del Comitato don Peppe Diana Valerio Taglione, il referente di Libera Caserta Gianni Solino, il presidente della Camera di Commercio di Caserta Tommaso De Simone e Tano Grasso, Presidente nazionale della FAI. Le conclusioni saranno affidate al Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura Domenico Cuttaia. “Il territorio della provincia di Caserta per molti anni è stato sotto il controllo quasi totale da parte delle organizzazioni criminali: pochi furono coloro che ebbero il coraggio di alzare la testa ribellandosi al ricatto camorrista attraverso la denuncia. Forte è stata la risposta dello Stato attraverso la magistratura e le forze dell’ordine. Cosa che, insieme alla coraggiosa e opportuna reazione di una parte di quegli imprenditori, ha consentito un cambiamento epocale nella storia di questa provincia” afferma Luigi Ferrucci, presidente della FAI antiracket Campania. “Il movimento antiracket della FAI – aggiunge Ferrucci – mette insieme operatori economici per costruire quella rete di protezione che consente di rendere più leggero il difficile cammino di chi si trova a fronteggiare il problema del racket. A dieci anni da quella stagione terribile, possiamo dire che la situazione oggi è molto cambiata: qui come in altri luoghi martoriati dalla presenza mafiosa si respira un’aria diversa. Tantissimo c’è da fare: i segni e le conseguenze del dominio dei clan sono ancora presenti. In più occasioni è stato dimostrato con azioni concrete che quando ci si affida sinceramente allo Stato e alle associazioni antiracket una mano tesa è sempre lì pronta ad afferrare quella di chi chiede aiuto. Il movimento antiracket cerca in tutti i modi di evitare che chi ha denunciato o si appresta a farlo venga lasciato solo, a differenza di quei coraggiosi che saranno giustamente ricordati con le prossime iniziative” conclude Ferrucci. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 16 maggio alle 10 a Castel Volturno, località Baia Verde, in piazzetta Domenico Noviello. È prevista la commemorazione nel luogo in cui venne ucciso l’imprenditore il 16 maggio 2008 da un commando camorrista. A seguire, presso la sede della FAI antiracket Castel Volturno, dibattito alla presenza, tra gli altri, del Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. r
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