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Salernitana: una sconfitta senza alcun danno

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La decide lui, l’uomo simbolo del Foggia. La diciottesima perla stagionale di Fabio Mazzeo, salernitano ed ex granata, chiude la stagione in casa del Foggia, che voleva e doveva chiuderla con un successo. Il Foggia arriva con regolare bellezza a insidiare la porta di Radunovic. Manca il colpo del killer, quello che manca a Mazzeo a inizio gara, a Floriano e a Deli. Però il pubblico apprezza. La Salernitana si affida alle incursioni di Rosina. Apprezzabile anche la prestazione di Akpa Akpro, specie quando parte palla al piede e tenta il coast to coast. Uno gli riesce benissimo nella ripresa, e sarà vanificata dall’errata scelta nell’ultimo passaggio. Il Foggia invece è un rullo compressore, attacca e spinge sia per vie centrali quando Agazzi abbandona la postazione del regista per agire da mezzala, sia sulle corsie dove Gerbo e Rubin appoggiano la manovra con regolarità. Il gol arriva con una combinazione sullo stretto. Il classico ‘dai e vai’ che solo due giocatori che si intendono a occhi chiusi riescono a costruire. Il resto lo fa il mancino di Mazzeo, che timbra per la 18esima volta il cartellino. Chapeau. La ripresa vede la Salernitana più propositiva, ma il terzetto difensivo anestetizza il duo Bocalon-Sprocati. E laddove non ci arriva il reparto arretrato, ci pensa la buona sorte, come quando Di Roberto si inserisce alla perfezione, ma grazia Noppert con un blando colpo di testa. Stroppa cambia subito, inserendo Kragl per uno stremato Rubin, e aumentando i chili dell’attacco con Nicastro per Floriano. Il terzo cambio, Scaglia per Agnelli, è forzato dai crampi che assalgono il capitano, tra i migliori in campo.


Articolo pubblicato il giorno 12 Maggio 2018 - 20:35

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