Luciano Viglietta – uno dei sette provvedimenti cautelari eseguiti oggi dai carabinieri di Napoli nell’ambito dell’operazione eseguita tra la Campania e il Lazio che ha consentito di sgominare una rete di fiancheggiatori del clan Polverino – avrebbe messo a disposizione dell’organizzazione criminale un insediamento industriale a Pomezia per lo stoccaggio di 1.500 kg. di hashish provenienti dalla Spagna, sequestrati nel 2012. Inoltre avrebbe consentito, mediante la stipula di un contratto di affitto, che in una villetta della zona industriale di Pomezia si nascondessero Giuseppe Ruggiero e Carlo Nappi, entrambi latitanti ed esponenti di rilievo del clan. L’uomo avrebbe, inoltre, fornito appoggio logistico al latitante Giuseppe Simioli, altro elemento di spicco dei Polverino, trovandogli un’abitazione in localita’ Pavona di Albano Laziale, procurandogli viveri e cure e prodigandosi per i suoi spostamenti. Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi, sono frutto di un’attivita’ investigativa iniziata dopo la cattura di Carlo Nappi e Giuseppe Ruggiero, avvenuta il 14 settembre 2016 in una villetta nei pressi di Pomezia. Entrambi erano ricercati dal 2011 in relazione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea per associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico internazionale di droga. Il provvedimento emesso dal gip di Roma e’ invece frutto di indagini legate alla cattura di Giuseppe Simioli, avvenuta il 26 luglio 2017, quando i Carabinieri di Napoli insieme con i “Cacciatori” di Calabria e ai colleghi di Ronciglione in provincia di Viterbo) lo hanno catturato nel corso dello spostamento da una lussuosa villa di Campagnano, un vero e proprio resort di lusso completo di vasca idromassaggio e di comfort di ogni genere, verso un nuovo covo di Viterbo. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati raccolti indizi di colpevolezza nei confronti di tre indagati ritenuti colpevoli di avere fornito a Simioli assistenza logistica e materiale: in sostanza si sarebbero adoperati intestandosi, o facendo intestare, contratti di affitto di abitazioni, nelle province di Roma e Viterbo. Avrebbero anche dato una mano al latitante prenotando esami medici di laboratorio.
Articolo pubblicato il giorno 30 Maggio 2018 - 10:29