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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 18 Gennaio 2025 - 19:22
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Napoli, sottoposte e riti voodoo e poi vendute in Italia per 30mila euro e costrette a prostituirsi: 4 arresti

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Napoli. Nella mattinata odierna gli uomini della Polizia di Stato della Squadra Mobile partenopea hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 4 persone, un italiano e 3 nigeriani, gravemente indiziati di associazione a delinquere avente carattere di transnazionalitร , tratta di esseri umani, riduzione in schiavitรน e sfruttamento della prostituzione. Si tratta di ESE OSADOLOR, alias MOMMY, di anni 30, che vive in un appartamento ubicato in Localitร  Lago Patria, a Giugliano in Campania , insieme ad alcune connazionali, che lei stessa ha fatto giungere direttamente dalla Nigeria e che fa prostituire per suo conto; del suo fidanzato, ENABULELE Emma, di anni 29, che collabora con la fidanzata nella gestione delle ragazze; di DI MICCO Aniello, di anni 70, che รจ uno dei tassisti, con pregiudizi di polizia specifici, che collabora con la OSADOLOR, accompagnando ed andando a riprendere sul posto di lavoro le ragazze; di IYAMU Bright, fratello di Ese Osadolor, che collabora con la sorella nella gestione delle ragazze ed ha contatti con altri soggetti, allo stato non identificati, che si trovano in Nigeria e in Libia e che, verosimilmente, organizzerebbero i cosiddetti โ€œviaggi della speranzaโ€.

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Le indagini coordinate dalla DDA, che hanno portato allโ€™emissione dellโ€™ordinanza di custodia cautelare percorrono, esattamente, le modalitร  appena descritte e sono state avviate nellโ€™aprile del 2016 in seguito alla denuncia sporta da una ragazza minorenne nigeriana, che riferiva di essere arrivata in Italia a bordo di un barcone dopo aver percorso un lungo viaggio, stipati in due autobus, insieme ad altri 140 connazionali, fino alla Libia. Giunta a Lampedusa, contattata da un uomo, veniva poi accompagnata, unitamente ad una sua amica, in zona Giugliano , dove entrambe venivano consegnate ad una cosiddetta โ€œmadameโ€ di nome Glory, e venivano indotte a prostituirsi per pagare un debito di 30.000 euro per la sua liberazione.

La ragazza, prima di lasciare il suo villaggio in Benin City, era stata sottoposta al โ€œrito voodooโ€, che, nella regione di origine della minorenne, รจ chiamato โ€œjujuโ€ religione tradizionale dellโ€™africa occidentale. Lโ€™articolata attivitร  investigativa condotta dalla Squadra Mobile, sia tecnica che di riscontro delle dichiarazioni rese dalla ragazza sfruttata ha fatto emergere che le predette ragazze erano gestite da Ese OSADOLOR. La donna, come tutte la donne nigeriane che gestiscono le loro connazionali inducendole alla prostituzione, ha anticipato i soldi occorrenti per il viaggio, significando che queste ultime, una volta giunte da ESE, ratealmente, glieli dovranno restituire oltre a doverle versare, settimanalmente, le spese per il vitto e lโ€™alloggio, per il costo del posto dove si prostituiscono e per lโ€™affitto di casa.

Ese, o MOMMY, come la chiamano le ragazze, coordina queste ragazze nigeriane (sorelle) nellโ€™attivitร  di prostituzione, beneficiando degli introiti che queste ultime ricavano da detta attivitร . Mommy รจ solita spostarsi insieme alle sue sorelle, ma quando non le accompagna sul luogo dove si prostituiscono, nel nolano, a Battipaglia ed a Giugliano, telefonicamente, verifica se sono arrivate, e, col passare delle ore, controlla come procede la giornata lavorativa. Mommy gestisce in toto le ragazze e tutto quello che riguarda loro, รจโ€™ solita organizzare lโ€™accompagnamento ed il rientro delle sorelle a casa, contattando, in prima persona, un TAXI, che funge da accompagnatore. Eโ€™ sempre Mommy che impartisce disposizioni alle ragazze, le controlla quando si devono preparare e scendere per lavorare, compra loro accessori per essere piรน piacenti, come ad esempio delle โ€œsoppracigliaโ€, che poi lei stessa mette alle ragazze, compra i preservativi che devono usare con i clienti ed infine, รจ sempre lei che decide cosa queste ragazze devono mangiare.

Le ragazze la considerano la figura di riferimento, la contattano per riferirle tutti i movimenti che fanno durante la giornata โ€œlavorativaโ€, dal momento che il taxi le accompagna sul posto di lavoro, la informano se cโ€™รจ o meno lavoro ed infine le spiegano dove si appartano con il cliente o dove si cambiano di abito, poichรฉ le ragazze quando lavorano (si prostituiscono) indossano abiti diversi da quelli che avevano allโ€™uscita di casa.Un ruolo da comprimario รจ rivestito da ENABULELE Emma, alias Ema, fidanzato di Ese Osadolor, che costituisce una presenza fissa nella vita della donna. EMA รจ informato sullโ€™attivitร  svolta dalla fidanzata e conosce bene le sue ragazze, delle quali chiede conto ad Ese. Lโ€™uomo si informa se le ragazze sono andate al lavoro, con quale mezzo, se hanno lavorato bene. Quando una delle ragazze di Ese, in seguito ad un incidente stradale, viene accompagnata dalla donna in ospedale, Ema rimane in contatto con la fidanzata, le suggerisce di fare attenzione a che la ferita non parli con alcuno e le dice di portarla via dallโ€™ospedale e di curarla a casa per evitare di incorrere in controlli da parte della polizia.Il DI MICCO Aniello รจ uno dei TAXISTI, risulta essere titolare di pensione di anzianitร , collabora con la OSADOLOR accompagnando ed andando a riprendere sul posto di lavoro sia le ragazze che lavorano per conto della Osadolor, sia quelle che lavorano per altre madame. Il Di Micco รจ una figura nuova nello scenario dello sfruttamento della prostituzione, poichรฉ i soggetti di etnia nigeriana si affidano, per questo tipo di servizi, a loro connazionali o comunque a soggetti di colore e non a bianchi. Cambia per ben 4 volte utenza telefonica e, nelle conversazioni intercettate, di sovente, ripete di โ€œnon parlare al telefonoโ€.

IYAMU Bright, di 35 anni, fratello di Ese Osadolor, si interessa anchโ€™egli dellโ€™attivitร  lavorativa della sorella ed ha contatti con altri soggetti, allo stato non identificati, che si trovano in Nigeria, in Libia e che, verosimilmente, organizzerebbero i viaggi, che consentono alle ragazze di giungere in Italia e di avviarsi alla prostituzione. Lโ€™uomo รจ stato catturato a Monza, con lโ€™ausilio del personale del locale Commissariato di P.S..Le indagini svolte hanno confermato che ragazze nigeriane, tra tutte le prostitute, sono quelle piรน sfruttate, vittime del racket e di una cultura che le sottopone a riti โ€œmagiciโ€ (vodoo), per โ€œlegarleโ€ ulteriormente al loro sfruttatore. Esse, per giungere in Italia, si indebitano con i loro stessi sfruttatori, che per farsi ripagare le fanno lavorare giorno e notte, sotto il sole o con la pioggia. Generalmente si trovano sulle strade vicine alle grandi cittร  del centro-nord o piรน a sud, sul lungomare del Casertano. Eโ€™ li che le prostitute nigeriane aspettano il cliente di turno, fermano le macchine con gesti accattivanti, ostentano un piglio grintoso e atteggiamenti aggressivi. A tenerle inchiodate al marciapiede non รจ una libera scelta; difatti, malgrado le apparenze, gran parte di loro sono rimaste vittime di un meccanismo perverso che ha inizio in Nigeria. Molte di loro sognano un lavoro normale in Europa ed รจ per questo che, anche a rischio della propria vita, si imbarcano in un viaggio lungo e faticoso. Tutte hanno contratto un debito per pagare le spese del viaggio, il contratto d’espatrio e il baba-loa, ovvero, un santone che pratica riti magici voodoo o juju. Di questo debito sono diventate schiave, costrette a vendere il proprio corpo sette giorni su sette. Il baba-loa รจ una figura religiosa tradizionale molto diffusa e rispettata, soprattutto nelle zone non musulmane della Nigeria meridionale. Sembra che nello stato di Edo ci siano infatti ben 5000 baba-loa, regolarmente iscritti a un albo professionale di categoria, i cui compiti sono legati soprattutto al bisogno di coesione comunitaria, mediazione nei conflitti sociali e familiari, nonchรฉ virtรน di carattere terapeutico. In genere le ragazze vengono portate dal baba-loa, che le fa inginocchiare, si fa consegnare un ciocca di capelli, dei peli pubici, una fotografia, un lembo del vestito, unghie dei piedi, un assorbente usato e li mescola in un sacchetto pieno di polveri magiche. Invoca gli spiriti degli antenati e le ragazze giurano che obbediranno sempre alla signora (maman, mommy o madame) che le deve portare in Italia. Questo tipo di rito voodoo contribuirร  a rendere docili ed obbedienti le ragazze, terrorizzate dal fatto che alcune parti del loro corpo sono nelle mani dello stregone. Pertanto si considerano legate a doppio filo all’impegno preso. Poi ci sono i mesi di viaggio, di solito attraverso l’Algeria, il Marocco, la Spagna, l’Italia. Il debito รจ la morsa che schiaccia le donne, l’arma di ricatto che le lascia senza scelta. I contratti prevedono che la firmataria dovrร  accettare qualsiasi occupazione le sarร  proposta ed in caso di inadempienza, i creditori potranno rivalersi sulla famiglia, che normalmente impegna le poche ricchezze di cui dispone. L’organizzazione che gestisce il traffico ha una strutturazione precisa e ben articolata. Ai reclutatori che passano a setaccio Benin City e il suo hinterland e organizzano i trasferimenti, corrisponde in Italia una struttura preposta all’ยซaccoglienzaยป e all’istradamento alla prostituzione. Chiave di volta di questa struttura รจ la maman/ mommy, spesso un’ex prostituta, che si presenta come una figura materna. Ogni maman accoglie nella propria casa sette-otto ragazze, gestisce i loro guadagni, si occupa del risarcimento del debito e ricorda loro, qualora non volessero piegarsi alle sue condizioni, il doppio vincolo che hanno con l’organizzazione. La maman รจ una figura ambigua: passata per l’esperienza che impone alle sue sottoposte, si presenta come una protettrice e una benefattrice รจ la leader piรน anziana di cui ogni gruppo ha bisogno. Le ragazze dormono sotto lo stesso tetto, lavorano negli stessi luoghi, mangiano insieme. Costituiscono insomma piccole comunitร , dotate di regole, dinamiche interne, contraddizioni e conflitti. Una dimensione collettiva che contribuisce a creare un senso di appartenenza, alleviando in qualche modo le difficoltร  di un’esistenza forzata. Per estinguere il debito occorrono in media tra i due e i tre anni di lavoro continuativo, considerate anche le spese che vengono detratte per il vitto, l’alloggio e l’affitto del joint, la porzione di strada su cui โ€œlavorareโ€. Coloro che giungono al termine del percorso, senza essere rimpatriate coattivamente o senza innescare i meccanismi di fuoriuscita dal circuito previsti dalle leggi italiane, a volte decidono di continuare a lavorare nel settore del sesso a pagamento. In questo caso possono scegliere due strade: esercitare in proprio o entrare a far parte dell’organizzazione e diventare maman, dopo un periodo di apprendistato in cui aiutano la capo-gruppo nelle mansioni quotidiane. La sfruttata puรฒ quindi diventare sfruttatrice e decidere di perpetuare il sistema, che appare cosรฌ retto da una sua logica intrinseca, perversa ma rigorosa. Secondo questo schema, le donne accettano di vivere in una situazione para-schiavistica tre o quattro anni, per poi cominciare quel processo di accumulazione del capitale che rappresenta il senso ultimo del loro progetto migratorio.


Articolo pubblicato il giorno 22 Maggio 2018 - 12:42


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