Napoli. Si è svegliato dal coma farmacologico nella serata di ieri il detenuto Roberto leva ricoverato in gravi condizioni da tre giorni all’ospedale san Paolo di Napoli. ne ha dato notizia Luigi Romano, Presidente di Antigone in Campania e membro dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione: “L’uomo, con problemi di tossicodipendenza e di epilessia, era detenuto al padiglione-Roma”, ha spiegato Romano. Che poi ha aggiunto: “Sulla vicenda che ha portato l’uomo al ricovero nel reparto di rianimazione rimangono alcune incertezze. Ai familiari è stato negato un primo colloquio il 25 aprile, lo hanno visto il giorno successivo in ricovero al Cardarelli nella sezione riservata ai ristretti che versava in stato semi cosciente, con il corpo tumefatto e il setto nasale rotto. In condizioni di salute ancora precarie Leva è tornato in carcere per poi essere ricoverato nuovamente sabato 28 nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Paolo. L’episodio suscita moltissime perplessità” – conclude Romano – l’unica certezza è che un uomo affidato alla custodia dello Stato, ha riportato lesioni e serissime complicazioni del proprio stato di salute. Una nostra osservatrice è entrata a Poggioreale il 27 aprile ma non ha avuto alcuna comunicazione dell’episodio, struttura carceraria che a fronte di una capienza regolamentare pari a 1644 detenuti, ne contiene oggi oltre duemila”: Grazie alle segnalazioni delle sorelle e a quelle di Pietro Ioia, ex detenuto e attualmente presidente di Detenuti organizzati napoletani, la vicenda è diventata di dominio pubblico. La Magistratura napoletana ha quindi aperto un’inchiesta dopo la denuncia dell’avvocato Raffaele Minieri della direzione nazionale di Radicali Italiani, che chiede di accertare la verità dei fatti, ovvero di presunti pestaggi al detenuto da parte degli agenti penitenziari, i cui sindacati respingono con forza tale eventualità e invitano tutti a fare chiarezza. L’altro giorno all’ospedale San Paolo è andato a far visita ai familiari di Roberto Leva anche il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello.
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