I tanti incidenti mortali sul lavoro sono il chiaro segnale della persistente sottovalutazione della cultura della sicurezza, che viene alimentata dal non rispetto delle norme previste dalle leggi vigenti nel nostro paese. Certo non possono essere consolatorie le cifre degli ultimi dati contenuti nel rapporto INAIL riferiti al 2017”.
Lo sostiene il segretario generale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio Spera commentando i dati INAIL che riportano 1029 i morti complessivi nel 2017 mentre, per l’Osservatorio Indipendente sono 1380. “Si evince un’attestazione alta degli infortuni sul lavoro, segnatamente di quelli mortali, che sono in percentuali superiori anche per la conseguenza della contrazione delle attività produttive nella nostra nazione. In ogni caso – prosegue il sindacalista – per l’Ugl il loro numero reale è sicuramente più alto poiché restano fuori dalle statistiche tutti gli incidenti che ogni anno non vengono denunciati. Segnali tragici, dell’urgenza di incrementare il livello di sicurezza nei luoghi di lavoro. Dall’elaborazione del centro studi Ugl, si evince la spartizione per regione con i relativi incidenti mortali: Lombardia 32, Veneto 28, Piemonte 20, Campania 18, Emilia Romagna 18, Toscana 16 , Sicilia 15, Calabria 13, Abruzzo 11, Lazio 10, Basilicata 8, Sardegna 7, Marche 5, Liguria 5, Friuli Venezia Giulia 4, Umbria 3, Puglia 3, Molise 2, Trentino Alto Adige 2. Per questo è stato l’esito di un 1° maggio Ugl listato a lutto: dal 1° gennaio 2018 ad oggi, 220 sono i morti sui luoghi lavoro in Italia. E’ necessario impegnarsi e fare di più nell’ambito della prevenzione – continua Spera -, anche attraverso il potenziamento della rete di sicurezza tra gli enti pubblici. Una azione combinata e coordinata che renderebbe più efficaci le politiche di tutela della salute e della vita dei lavoratori. In linea con questa necessità operativa, a nostro avviso ancora molto rimane da fare, in special modo per quanto attiene alla ‘cultura della prevenzione’ delle malattie e degli infortuni, oltre che sul versante dei controlli e della vigilanza. Con questi dati è evidente che se nelle aziende muoiono in pochi mesi 220 lavoratori – denuncia il segretario dell’Ugl – si può parlare di un generale e pericoloso allentamento delle misure di sicurezza a livello nazionale e regionale. Purtroppo né le istituzioni preposte né alcune imprese dove avvengono fatti tragici mortali hanno dimostrato finora la dovuta sensibilità. Con i nostri mezzi chiederemo alle Istituzioni di conoscere come sono impiegate le risorse regionali e nazionali assegnate alle province sulla formazione per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro. In Italia, oggi, – conclude Spera – è necessario rendere consapevole tutto il mondo del lavoro, dagli stessi lavoratori e dalle fabbriche, e le istituzioni della Repubblica, affinché le risorse per l’attuazione di norme e di accordi sindacali sulla sicurezza siano utilizzate efficacemente e con tempi certi affinché si possano impedire altre vittime innocenti”
Articolo pubblicato il giorno 5 Maggio 2018 - 18:45