“Mi stanno uccidendo”, è il drammatico messaggio di aiuto scritto via sms alla mamma da Giuseppe Esposito, il 20enne napoletano morte nella notte del 17 maggio scorso all’Ospedale Umberto I di Roma dove era in attesa di un trapianto. La Procura di Roma ieri haaperto un’inchiesta dopo la denuncia dei familiari del giovane. L’agonia di Giuseppe Esposito è stata vissuta minuto per minuto dagli amici della sorella su Fb. Dal primo post in piena notte del ragazzo (“Mi stanno uccidendo”) alle denunce di Michela: “Lasciato morire solo come un cane, non vi mollo!”. Dopo il drammati Sos lanciato dal fratello tramite il telefonino lei si mette alla tastiera e scrive ai suoi contatti su Fb: “Io sono troppo di parte e troppo coinvolta probabilmente ma mi fido di voi e vorrei sapere cosa ne pensate di questi messaggi secondo voi cosa potrebbero significare??? Mio fratello ricoverato da 20 anni con la fibrosi cistica con una situazione stabile alle 23.30 attaccato ad un macchinario che due giorni prima aveva avuto problemi che agiva sulla circolazione alle 2 di notte ci manda questo messaggio sarà il suo ultimo messaggio lo vedremo morto alle 7 quando alle 3 stavamo già li e aspettavamo comunicazioni e in continuazione ci sono state dette in sequenza dorme da solo …..l’abbiamo sedato ….e tutto tranquillo ….stiate tranquilli ….stiamo sistemando la macchina che ha qualche problema…..alle 7 non possiamo fare più nulla ha la pressione bassa l’abbiamo visto morto ora di morte 7.27 ma era già morto a nostro parere. Siate nudi e crudi voglio sapere cosa ne pensate! Buongiorno! #giustiziapergiuseppe”. I commenti e le condivisioni sul post della donna sono decine e decine. Michela poi aggiunge un altro post di spiegazione: “Gli ultimi messaggi di mio fratello giuseppe… Era tracheotomizzato non poteva parlare era sedato non poteva ribellarsi non l abbiamo potuto salutare ci ha lasciato solo questo….noi siamo corsi e ci hanno detto di stare tranquilli….l hanno fatto morire dissanguato non è morto per la fibrosi cistica . I malati vanno rispettati non saranno mai il vostro alibi! Non vi darò pace! MAI!!!! #giustiziapergiuseppe”. E poi la promessa: “Io sono una combattente, urlerò…”.
E poi alla notizia del sequestro giudiziario delle attrezzature mediche un’altra promessa: “Non vi darò pace!”. Accompagnato dopo dal commovente saluto: “Fratello mio, trova pace eterna”. E Infine l’ultimo datato 21 maggio: “Combatti fratello mio facci capire che ti hanno fatto …..fai un ultimo sforzo per trovare la pace eterna che meriti piccolo angelo ….io ho fatto quello che mi hai chiesto ora tocca per un attimo a te poi continuerò io ! Da domani si comincia … siamo tutti con te come sempre fino alla verità! Andiamocela a prendere con la forza la stessa forza con cui ti hanno separato da noi e fatto morire da solo! #giustiziapergiuseppe #giistiziaperlafibrosicistica”, e il grazie agli amici:”Mi date carica”
Giuseppe Esposito, 20 anni, era affetto da fibrosi cistica ma è morto il 17 maggio scorso mentre si trovava ricoverato presso il reparto trapianti attaccato ad un macchinario ora sequestrato La Procura di Roma ha aperto un fascicolo dopo la denuncia presentata dai familiari. Il pm Roberto Felici ha disposto l’autopsia e il sequestro del macchinario dove era attaccato il giovane, affetto da fibrosi cistica, il suo cellulare e la cartella clinica.I risultati dell’esame autoptico sono attesi entro sessanta giorni.
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