“Ma quale stupro di gruppo? La signora era consenziente”. E’ stata questa la linea difensiva dei cinque ex dipendenti dell’Hotel Alimuri di meta ( estraneo alla vicenda) dove secondo le accuse di una turista inglese Fabio De Virgilio, Antonino Miniero, Gennaro Davide Gargiulo, Raffaele Regio e Francesco Ciro D’Antonio la notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016, la donna sarebbe prima stata prima narcotizzata con droga sciolta in un drink e poi stuprata. La donna ha sostenuto nella sua denuncia tramutata in un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Emma Aufieri del Tribunale di Torre Annunziata, che sarebbero stati più di cinque i suoi violentatori. Ad inchiodare il gruppo di “Cattivi Abitudini” oltre al racconto della donna anche le conversazioni sulla chat di Whats App che proverebbe l’avvenuto rapporto sessuale di certo con alcuni dei cinque arrestati. Ma c’è stato anche chi come Antonino Miniero, il giovane barman di Portici, assistito dall’avvocato Francesco Tiriolo, che avrebbe ribattuto punto su punto alle accuse della donna sostenendo che si sarebbe limitato ad abbracciarla scherzosamente e non avrebbe mai avuto un rapporto sessuale con lei. Alle 23.30 il giovane avrebbe finito di lavorare per poi raggiungere la piazza principale di Meta e salire sul pullman per Portici: lo dimostrerebbero le immagini registrate dall’impianto comunale di video sorveglianza. Anche l’altro barman sotto accusa Fabio De Virgilio, accusato di aver drogato la vittima per poi abusarne nei pressi della piscina insieme a Miniero, ha spiegato che sarebbe durato “circa dieci minuti” e si sarebbe svolto “senza alcuna violenza”. Anzi, della violenza non ci sarebbe stato nemmeno bisogno. Gli indagati, infatti, hanno riferito che la vittima avrebbe mostrato interesse per Miniero, corteggiandolo per tutta la serata.Il gip al termine degli interrogatori si è preso cinque giorni di tempo per decidere se confermare la misura cautelare in carcere o assumere una decisione diversa. I cinque ragazzi, che sarebbero provati dalla permanenza in carcere, avrebbero anche spiegato che le persone che avrebbero avuto rapporti sessuali con la donna non sarebbero state 10, come ricostruito dagli inquirenti, ma meno. La decisione del gip dovrebbe arrivare entro mercoledì. Qualora il magistrato dovesse confermare il carcere, la parola passerà al Tribunale della libertà al quale alcuni indagati hanno già fatto ricorso.
Articolo pubblicato il giorno 19 Maggio 2018 - 07:57