“Nel 2010, quando ero sindaco di Casapesenna, diedi seguito ad una richiesta estorsiva del clan e pagai duemila euro”. Confessione choc quella resa nell’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere dall’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria, imputato con il boss omonimo Michele Zagaria, capoclan dei Casalesi, che nel paesino del Casertano ha sempre risieduto con fratelli e sorelle trascorrendovi parte della sua lunga latitanza; Zagaria fu stanato proprio a Casapesenna, nel bunker realizzato in via Mascagni a casa di una famiglia di fiancheggiatori, gli Inquieto, dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli il 7 dicembre 2011. I due Zagaria rispondono del reato di violenza privata con l’aggravante mafiosa commesso ai danni dell’altro ex primo cittadino, costituitosi parte civile, Giovanni Zara, in carica per dieci mesi tra l’aprile 2008 e il febbraio 2009, e mandato a casa dalla sua stessa maggioranza, secondo la Procura antimafia di Napoli (pm Maurizio Giordano) proprio perche’ si opponeva apertamente ai condizionamenti del clan, allora molto forte perche’ il boss era latitante e si nascondeva a Casapesenna. “Pagai quei soldi attraverso il barbiere”, ha detto l’ex sindaco, riferendosi al negozio dove si recava tutte le mattine, e dove il clan gli faceva recapitare pizzini con le minacce; in uno dei messaggi, ha ricordato Zagaria, c’era scritto “sappiamo dove i tuoi figli vanno a scuola”, in un altro, “ti bruceremo la villa di Baia Verde”, che “era poi quella di mio fratello” ha precisato. L’ex primo cittadino, che nel processo risponde anche di concorso esterno in camorra, ha spiegato di “non aver mai denunciato all’autorita’ giudiziaria ne’ questo episodio ne’ altre minacce” pervenutegli dal clan mentre era in carica. “Avrei potuto cavalcare questa cosa come altri politici – ha proseguito – ma non l’ho fatto”. L’ex amministratore, che in totale ha governato a Casapesenna dal 1998 al 2008 e dal 2009 al 2010, quando fu arrestato proprio in seguito alla denuncia di Zara, ha poi negato di aver incontrato Michele Zagaria; degli incontri tra i due hanno invece parlato vari pentiti, tra cui l’ex vivandiere del boss, Generoso Restina. “Non l’ho mai visto – ha detto l’ex sindaco – tranne nel 1997 quando era ai domiciliari, nel senso che mi recai a casa di mia zia e lo vidi da lontano a casa sua”. L’ex primo cittadino ha negato inoltre di aver incontrato anche i fratelli del boss. Un’annotazione delle forze dell’ordine parla pero’ di un incontro tra l’ex sindaco e Carmine Zagaria, fratello di Michele. “Non e’ vero, quell’annotazione io e miei legali (Paolo Trofino e Giuseppe Stellato, ndr) l’abbiamo chiesta ma non e’ mai uscita. Potrei averlo salutato, ma non ricordo”. L’esame dell’ex sindaco proseguira’ il 12 giugno. Il boss Zagaria, che anche doveva essere esaminato, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere.
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