in preparazione a Nola una mostra di opere di cartapesta, l’evento assume un’importanza straordinaria poiché sono rare le esposizioni di questa particolare espressione d’arte.
L’esposizione più importante di questo genere risale al 2008, fu allestita a Milano presso il Museo diocesano. La mostra: “La scultura in cartapesta- Sansovino, Bernini e i Maestri leccesi tra tecnica e artificio”, sancì la rilevanza della cartapesta nell’arte e nel corso dei secoli. Per la prima volta si “affrontava un argomento poco studiato e valorizzato, ma di grandissima importanza storica attraverso una cinquantina di opere dal Rinascimento ai nostri giorni”. Il dibattito che ne derivò, sfatò il preconcetto che la povertà della materia producesse un’aridità artistica e indusse la letteratura d’arte a un esame radicale dei giudizi. La cartapesta, da genere umile e dimenticato, fu finalmente collocata e apprezzata tra le altre espressioni d’arte. Purtroppo da questa data in poi, si sono succedute soltanto modeste iniziative.
La mostra a Nola, programmata per il mese di giugno, a cavallo della festività di San Paolino e la consueta Festa dei Gigli, potrebbe assumere una rilevanza nazionale ed è, come ha dichiarato l’avvocato Raffaele Soprano, presidente dell’associazione MU.S.A.: “L’incontro tra MU.S.A. ed Ezio Flammia, ha prodotto il progetto, condiviso dal direttore del Museo Archeologico locale, Giacomo Franzese, di istituire in maniera stabile, presso il museo da lui diretto, una sezione dedicata alla cartapesta in tal modo esaltando e valorizzando un’antica tradizione locale. Si tratta di un progetto di alto profilo culturale – ha proseguito Soprano – che si intende condividere con le istituzioni locali e le associazioni culturali del territorio nella consapevolezza che attraverso il recupero della lavorazione della cartapesta può costituire, per il nostro territorio un nuovo indotto lavorativo ed economico come, del resto, è accaduto per la città di Lecce”.
Nola, come Lecce, vanta una tradizione della lavorazione della cartapesta, sicuramente da più di due secoli, incentrata sulla “Festa dei Gigli” e che ha ottenuto successi straordinari sino al riconoscimento dell’Unesco quale patrimonio orale e immateriale dell’umanità. Opere di cartapesta di questa tradizione potranno avere una degna collocazione provvisoria nel Museo Archeologico e in futuro nella sede definitiva del Museo della Cartapesta. Sicuramente l’iniziativa per gli obiettivi che si prefigge sarà attrattiva per altri progetti che daranno visibilità alla città, nota anche per aver dato i natali a Giordano Bruno.
Merito dell’iniziativa è da attribuire all’associazione MU.S.A e al direttore Giacomo Franzese. Le opere di artisti cartapestai di fama nazionale saranno esposte – nella diroccata chiesa di S.Maria la Nova. In un settore della mostra, dedicato alla tradizione locale, saranno esposti alcuni pregevoli rivestimenti dei Gigli di Nola, risalenti agli anni 40 e 50.
La ricerca delle opere da esporre sarà curata dal maestro, Ezio Flammia, uno dei maggiori studiosi ed esperti nazionali in tema di lavorazione e storia della cartapesta, e dal maestro Vittorio Avella, socio fondatore di MU.S.A. Gli allestimenti saranno invece coordinati dall’architetto Maurizio Barbato (socio fondatore e segretario di MU.S.A).
Articolo pubblicato il giorno 2 Maggio 2018 - 20:27