“La stampa vuole distruggerlo”, dicono dall’Irlanda e dall’Inghilterra i fedeli di don Michele Barone. E’ dipinto come un uomo buono, carismatico, caritatevole dagli adepti oltremanica; un santo capace di farsi carico dei problemi dei malati, un uomo misericordioso. E centinaia di lettere venivano consegnate nelle mani della sua collaboratrice irlandese perché, in tanti, considerano il prete casertano un intercessore tra i fedeli e la Madonna. In ogni pratica, la richiesta di grazia e una somma di denaro. Molti soldi visti da una delle adepte italiane che ha accompagnato il prete in uno dei periodici viaggi in Irlanda. Le banconote erano così tante da creare troppo volume per il viaggio di ritorno in Italia così “una donna che Barone conosceva da tempo glieli cambiò in banconote da 500 euro”, si legge nei verbali. Molto denaro che don Michele diceva indirizzare alla Casetta di Nazareth.
Si amplia dunque, nella ricostruzione dei pm, il raggio d’azione del sacerdote, e si apre uno nuovo scenario.Le ultime novità d’oltremanica emergono invece dalle recenti testimonianze raccolte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che indaga sul sacerdote arrestato per maltrattamenti su minori e violenza sessuale. Il nuovo filo intessuto dagli investigatori porta alla chiesa di Clarinbridge, dove c’era una nutrita comunità di adepti di don Michele, l’esorcista abusivo che per anni è riuscito a nascondere al suo vescovo le preghiere di benedizione che si tenevano a pochi chilometri da Aversa e di cui erano a conoscenza centinaia di fedeli in tutta la Campania. Le testimonianze agli atti saranno usate nel corso del dibattimento, al via tra tre settimane, e probabilmente anche la collaboratrice irlandese del sacerdote sarà chiamata a testimoniare in aula. Così come potrebbero essere chiamati in aula due venticinquenni che vivono a Desenzano sul Garda, uno dei quali riferisce di essere stato ferito a un occhio da don Barone durante un esorcismo.
Intanto la Casetta di Nazareth, fondazione che affianca il tempio di Casapesenna, si ritrova al centro di due indagini: quella della Diocesi di Aversa e l’inchiesta della Procura. Inoltre, il pool diretto dal procuratore aggiunto Alessandro Milita e composto dai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, ha delegato la Guardia di Finanza per gli accertamenti sia sui conti di Barone che sui flussi di denaro tra lui e la Casetta di Nazareth. Le verifiche sono ancora in corso.
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