Domenica 13 maggio, alle ore 20.00, al teatro “Italia” di Acerra, “La Bohème” di Giacomo Puccini. L’evento, patrocinato dall’Amministrazione comunale con a capo il sindaco Raffaele Lettieri, è frutto dell’impegno dell’associazione Culturale “Nuove Consonanze” con la sua ensemble formata dai Maestri: Salvatore Elia, clarinetto; Luigi Silvestro, corno; Domenico Mauriello, trombone; Vincenzo Laudiero, flauto; Espedito Stompanato, presidente dell’associazione “Nuove Consonanze”, clarinetto; Annamaria Sanges, soprano; Francesco Fortes, tenore. L’evento vedrà protagonisti anche i professori d’Orchestra del teatro “San Carlo” di Napoli. La direzione è affidata a Massimo Testa, quella tecnica a Carmine Altobelli mentre la regia a Domenico Sodano.
E’ una grande soddisfazione per il maestro Salvatore Elia, acerrano doc, a cui è affidata la direzione artistica dell’evento. “Sono estremamente emozionato per quest’evento che ci accingiamo ad eseguire. Mai, ad Acerra, La Bohéme, un’opera così importante ed impegnativa è stata presentata e sicuramente è un motivo di vanto ed orgoglio per tutta la nostra città. La cultura è il perno essenziale che investe ogni campo: da quello sociale a quello ludico. Vorrei riportare un pensiero del grande maestro Tutino: Con la cultura non si mangia disse qualche parlamentare. stiamo attenti: tra le pieghe delle ore che passano, c’è sempre un conto che non torna. Un’ombra, un pensiero, un’emozione. Un dolore. Un timore. Di questi mondi, ogni tanto, si occupa l’Arte, e aguzza gli occhi per noi; quando gli va, un romanzo cerca di farci notare cosa ci è sfuggito, un quadro che visione abbiamo tralasciato di percepire, una scultura che corpo si cela sotto le forme più apparenti. L’Opera, il Melodramma, il canto ci racconta cosa possiamo sentire, che non abbiamo sentito. Quella vibrazione che parte da una gola umana, quell’energia diretta che da lì viene assolutamente verso di te, trasportata solo dall’aria che anche tu respiri; quel suono che rimbalza sulle pareti di legno, quella forza, quella fatica, quel grido. Credete, non c’è cosa più straordinaria di una voce educata a cantare, che ci canti di quel mondo così rimosso, così negletto, così temuto, così eversivo, così inspiegabile e antico come quello dei sentimenti; non c’è assolutamente altro modo che l’uomo abbia inventato per dire cosa sia – cosa veramente sia – un abbandono, un tradimento, una pulsione sessuale, un’amicizia, un odio, la morte. Per ricostruire il mondo invisibile delle emozioni, e dargli senso, dignità, valore, abbiamo bisogno dell’Opera Lirica.
La bohème è una delle opere musicali più importanti di Giacomo Puccini. Si compone di quattro atti, indicati come quadri. Il libretto fu scritto Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, ispirato al romanzo di Henri Murger “Scene della vita di Bohème” (Scènes de la vie de bohème) del 1851. L’opera venne rappresentata per la prima volta il 1° giorno di febbraio del 1896 presso il teatro Regio di Torino. l dramma lirico de La Bohéme racconta la vita e le storie d’amore di giovani artisti poveri.
Ambientata a Parigi, in una misera soffitta, quattro giovani artisti conducono “una vita gaia e terribile”: la “bohéme”.
Siamo nel 1830 circa ed i soldi mancano quasi sempre, spesso si digiuna, ma la gioventù e la spensieratezza aiutano a superare molti ostacoli.
Nell’opera si dipanano le storie d’amore fra Marcello e Musetta e fra Rodolfo e Mimi concludendosi con la morte di quest’ultima.
Articolo pubblicato il giorno 3 Maggio 2018 - 15:31