Associazione per delinquere finalizzata all’intestazione fittizia di beni, auto-riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura, estorsione, assunzioni fittizie finalizzate alle truffe in danno dello Stato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, evasione d’imposta e false fatturazioni: questi i numerosi reati per cui, a vario titolo, stamani i militari del comando provinciale carabinieri di Pistoia e del comando provinciale della guardia di finanza di Pistoia hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere e 22 misure agli arresti domiciliari, provvedimenti decisi dal gip Alessandro Buzzegoli. Una ulteriore misura, con obbligo di dimora, ha colpito un 25/esimo soggetto su un totale di 163 indagati. Eseguite 41 perquisizioni domiciliari. I soggetti raggiunti dalle misure abitano in Toscana, in Calabria e in Piemonte. In carcere sono finiti l’ex commercialista Ignazio Ferrante, 52 anni, originario di Reggio Calabria ma domiciliato a Pieve a Nievole (Pistoia), a suo tempo radiato dall’albo e condannato per associazione di stampo mafioso; e l’imprenditore Demetrio Caracciolo, 60 anni, anche lui di Reggio Calabria, residente a Massa e Cozzile (Pistoia). Ai domiciliari professionisti contabili, tra commercialisti e ragionieri, e numerosi imprenditori che vivono in Toscana. L’inchiesta, coordinata dai pm di Pistoia Fabio Di Vizio, ora alla procura di Firenze, e Claudio Curreli, si e’ avvalsa di due indagini distinte denominate ‘Amici nostri’ e ‘Pluribus’, confluite nello stesso fascicolo. Stimato in 50 mln di euro il danno arrecato ai creditori e all’Erario, mentre 20 mln di euro e’ la somma di capitali riciclati, anche con trasferimento di denaro all’estero. Sequestrati 36 mln di euro tra conti correnti bancari e postali, proprieta’ immobiliari, e otto aziende con sedi a Borgo a Buggiano (Pistoia) e Montelupo (Firenze) attive nella ristorazione, nel movimento terra, nell’edilizia, nella vendita di tabacchi.
Le indagini hanno permesso di individuare una struttura formata da imprenditori e commercialisti che si adoperava nel creare bancarotte aziendali. In particolare, e’ stato spiegato in una conferenza stampa, le imprese ‘scelte’ venivano svuotate delle risorse aziendali attraverso il depauperamento dell’attivo determinandone l’insolvenza e in alcuni casi il fallimento a danno dei creditori. Nelle indagini e’ stato accertato che il patrimonio distratto in modo fraudolento veniva illecitamente reimpiegato o riciclato in nuove realta’ che subentravano alle imprese fallite di cui proseguivano l’attivita’ attraverso ‘teste di legno’. Coinvolti diversi personaggi contigui alla criminalita’ organizzata di tipo mafioso: nell’intera inchiesta gli inquirenti contano ben 36 soggetti con questa caratteristica. Ai domiciliari sono andati anche i commercialisti Vincenzo Fera, 64 anni, di Reggio Calabria, residente a Serravalle (Pistoia), e Angelo Alberto Breschi, 73 anni di Pistoia, piu’ i seguenti indagati: Leonardo Peragine, 31enne di Pistoia, imprenditore; Mirko Citti, 46enne, di Massarosa (Lucca), cuoco; Pasquale Adriano Tropea, 43enne, di Lamezia Terme (Catanzaro), imprenditore; Paolo Zuccone, 47enne, originario della provincia di Vicenza, residente a Massa e Cozzile, ragioniere; Massimo Rigione, 47enne di Napoli, residente a Pescia, ragioniere; Ciro Colimodio, 57enne di Napoli, residente a Massa e Cozzile, imprenditore; Alfonso Scaturchio, 61enne di Catanzaro, residente a Montecatini Terme, imprenditore; Franco Bernacchi, 75enne, di Pescia, pensionato; Fabio Manolo Cosoleto, 47enne di Vibo Valentia, residente a Gioia Tauro (Reggio Calabria), imprenditore; Marco Cappello, 47enne nato in Germania, residente a Uzzano (Pistoia), operaio; Ugo Vecchi, 74enne di Catania, residente a Firenze, pensionato; Franco Papuzzo, 67enne di Vibo Valentia e domiciliato a Montecatini Terme, pensionato; Pieraldo Guidi, 62enne di Firenze, pensionato; Marco Ignazio Pili, 68enne di Cagliari, residente a Cascina (Pisa), rappresentante di commercio; Alessio Arnesano, 47enne nato e residente a Firenze, imprenditore; Emanuele Giacomelli, 53enne, di Quarrata, imprenditore; Daniele Torracchi, 52enne di Pistoia, imprenditore; Emanuele Borgese, 60enne, di Reggio Calabria e residente a Massa e Cozzile, imprenditore; Paolo Fedi, 48enne di Pistoia, imprenditore; Giuseppe Pacini, 72enne di Prato, residente a Pistoia, imprenditore. Obbligo di dimora per Giovanni Cavataio, 53enne di Palermo, residente a Pieve a Nievole. Tranne il commercialista Breschi, incensurato, tutti gli altri destinatari di misura sono classificati dagli inquirenti “pregiudicati” o (due casi) con “precedenti di “polizia”).
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