Imprenditori e affiliati al clan sono state arrestati dalla Guardia di Finanza di Marcianise nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli per reati di estorsione, intestazione fittizia di beni e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa. L’indagine che ha portato a 11 arresi e’ nata nell’estate 2016 individuando una organizzazione composta dalla famiglia Marciano di Maddaloni e alcuni affiliati al clan Belforte che imponevano e gestivano sul territorio maddalonese e in paesi limitrofi slot machine. In particolare, la famiglia Marciano, gia’ colpita da misura di prevenzione nel 2012, per continuare a gestire il gioco elettronico ha usato dei prestanome, persone che in passato erano stati loro dipendenti ma che non erano state colpite da nessuna misura cautelare. Erano loro che avevano contatti con gli esercenti, anche se di fatto le chiavi delle macchine da gioco le avevano i componenti della famiglia Marciano. Le slot venivano poi imposte negli esercizi commerciali con metodi mafiosi, e quelle della concorrenza eventualmente gia’ presenti nei locali venivano manomessi in modo da renderle non funzionanti. Un settore, quello delle slot machine, molto redditizio tanto che alcuni collaboratori di giustizia hanno raccontato che spesso i proventi venivano reinvestiti in acquisto di immobili. Anche le slot venivano modificate per dividere il guadagno. Secondo quanto emerso dalle indagini, dal 2015 tramite i prestanome, i Marciano sono riusciti a conquistare un terzo del mercato totale delle slot a Maddaloni, imponendo agli esercenti anche di attivita’ di intrattenimento e forniture di caffe’. Almeno 79 le slot installate nel centro casertano e almeno 10 gli esercizi commerciali che gia’ erano ‘clienti’ della famiglia Marciano. La Guardia di Finanza ha emesso anche un sequestro preventivo dell’intero capitale sociale e di tutti i beni riconducibili alle due ditte individuali che in realta’ fanno capo alla famiglia, comprese 80 slot installate in 22 esercizi commerciali di Maddaloni e altre 48 nei magazzini aziendali e 36 schede di gioco. Sequestrato anche un fucile da caccia illecitamente detenuto. In carcere sono finiti: Davide Marciano, Francesco Marciano, Giuseppe Marciano, Michele Marciano, Pasquale Marciano, Antonio Mastropietro e Ciro Micillo. Ai domiciliari: Raffaele Diana, Domenico Di Stasio, Alberto Marciano e Giampiero Vegliante. Le imprese coinvolte sono la ditta individuale di Giampiero Vegliante e quella di Raffaele Diana.
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