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Il softair a recupero degli spazi abbandonati: alcuni esempi

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Vi sono in Italia parecchi esempi di come associazioni di volontariato e no-profit, con molte ore di impegno, attività di pressione sulle amministrazioni e/o sui privati e con il sostegno, a volte, del settore pubblico, riescano a recupere degli spazi rimasti fino a quel momento inutilizzati e, per questo motivo, destinati a morte sicura o comunque ad un veloce quanto inesorabile decadimento.

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Questo accade anche grazie al softair, quando in aree metropolitane o comunque ad alta densità urbana, alcune migliaia di metri quadri vengono date in concessione (o in affitto) ad associazioni di softgunner interessati ad utilizzare lo spazio per organizzarvi eventi, competizioni, corsi e molto altro.

Il recupero del degrado urbano

È accaduto ad esempio a Cernusco sul Naviglio, in Lombardia, dove il Cernusco Urban Softair, utilizza una vastissima superficie di 7.500 mq, di cui 2.500 mq al coperto.

L’ensemble si trova sull’area di una fabbrica oramai dismessa. Lo stabile, in origine al di fuori del centro abitato, è stato successivamente raggiunto dall’urbanizzazione della cittadina a Nord Est di Milano. Il merito dell’associazione di softgunner cernuschesi è, quindi, quello di recuperare dal degrado urbano uno stabile, altrimenti destinato all’abbandono.

Sull’intera area di gioco esterna sono stare realizzate, mediante l’utilizzo di legno e metallo, delle ambientazioni a tema casette e ripari tattici, da sfruttare durante il gioco con gli amici. All’interno è stato invece allestito un poligono di tiro, con sagome multiple amovibili; qui vi si tengono i corsi in cui si insegna a giovani e meno giovani come si spari con una ASG (pistole a salve, pistole a gas, fucili e altre armi), mentre i più esperti possono esercitarsi per migliorare la loro mira.

Un’illuminazione specifica consente l’utilizzo dell’area esterna e di quella al coperto anche di sera. Il Cernusco Urban Softair organizza attività di team bulding, feste di compleanno, addii al celibato e al nubilato. L’accesso è consentito a tutti, a partire dai 13 anni di età (ma per i minorenni è necessario il consenso scritto di un genitore).

Il recupero di monumenti della storia delle

Cambiamo regione e cambiamo associazione: dalla lombarda Cernusco, ci dirigiamo a Sant’Olcese, dove ha sede l’Associazione Sportivo Dilettantistica Corsari.

Qui, i ragazzi che si riuniscono già dal 1996, praticano, assieme al softair, quello che loro stessi chiamano volontariato ecologico: manutenzione, pulizia e salvaguardia delle fortificazioni genovesi. Questo significa che il loro tempo libero è equamente diviso tra pratica del gioco del softair e pulizia di boschi, ripristino e palinatura dei sentieri abbandonati. Lo scopo è quello di recuperare aree boschive e fortini, di cui è ricca l’area attorno alla cittadina ligure, che altrimenti, lasciati in stato di completo abbandono, sarebbero soggetti ad una deteriorazione certa. Ovviamente, per poter intraprendere queste azioni è stato necessario passare preventivamente attraverso lungaggini burocratiche e amministrative durate mesi, forse anni.

Ma ora, i softgunner liguri alternano alla pistola a salve il decespugliatore, al fucile e allo zaino tattico la malta e la cazzuola. E grazie a questo impegno ora oltre una decina di siti, risalenti non solo alla seconda guerra mondiale, ma anche al XVIII secolo, sono utilizzabili da tutti i softgunner che lo desiderino.

Accade così che, la domenica, i Corsari vadano a sparare nascondendosi nel Bunker di Quinto, risalente alla Guerra del 1939-1945, ma solo dopo aver scarpinato per un bel tratto di strada, per poter raggiungere il sito e la sua vegetazione molto variegata. Allo stesso periodo, e sul crinale dello stesso monte, si ritrova anche il complesso detto della Batteria Dominante, che, dopo la Guerra, aveva ospitato un ristorante, ma era rimasto successivamente abbandonato per alcuni decenni, fino al recupero avvenuto ad opera dei Corsari.

Raggiungere il Forte Ratti non è per niente semplice: mezz’ora di cammino su di un sentiero anche al 30% di pendenza. Ciononostante il recupero del sito è avvenuto pienamente ed ora è fruibile, assieme all’area circostante di oltre 35.000 mq e dell’insieme di passaggi interni al forte, piuttosto insidiosi per chi vi transiti per la prima volta.

Tra le zone appannaggio dei Corsari vi è poi il pezzo storico sicuramente di maggior valore: il Forte Richelieu, la cui struttura originaria di oltre 21.000 mq, risale al 1747.


Articolo pubblicato il giorno 25 Maggio 2018 - 11:40 / di Cronache della Campania

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