Napoli. Cinque agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere sono indagati dalla Dda di Napoli per aver favorito i boss casalesi detenuti nello stesso istituto di pena. L’indagine partita due anni fa, ieri ha avuto un ulteriore sviluppo con le perquisizioni effettuate nelle abitazioni dei cinque da parte degli stessi colleghi del nucleo speciale investigativo centrale dipendente dal Ministero della Giustizia. a casa di cinque sono stati sequestrati computer e altro materiale probatorio importante. In alcuni casi sono state anche trovate munizioni in eccesso a quelle in dotazione per cui è scatta anche una nuova denuncia per illecita detenzione di munizioni per armi da guerra. Sono state perquisite anche le postazioni di lavoro e i relativi computer nonché è stato effettuato il sequestro degli smartphone in uso ai cinque. Sono tutti indagati, l’indagine è coordinata dai pm Catello Maresca e Maurizio Giordano, per concorso in abuso di ufficio e favoreggiamento personale aggravato dall’articolo 7per aver favorito elementi di spicco del clan dei casalesi detenuti a Santa Maria Capua Vetere. Ad incastrare il gruppo una denuncia dettagliata ma anche una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali che andavano avanti da tempo. I cinque facevano servizio (nel frattempo sono stati spostati ad altri incarichi) all’ufficio ricezione pacchi e avrebbero “favorito l’ingresso di materiale illecito e non consentito”. Nei confronti dei cinque la direzione del carcere ha avviato anche un’indagine disciplinare interna.
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