Nuovo femminicidio, il 28esimo del 2018, ennesimo tassello di uno strazio senza fine. Dev’essere ancora chiarito il movente dell’uxoricidio avvenuto in un’abitazione di Piacenza abitata da una famiglia di origine albanese. Un uomo, Xhevdet Mehmeti, 57 anni, ha ucciso Elca Tereziu, la moglie 52enne, in casa alla presenza di uno dei loro due figli, appena 17enne: l’ha aggredita con un coltello in mano, per usarlo nella maniera piu’ feroce, per infliggerle almeno tre fendenti alla gola che non le hanno lasciato scampo. Il cadavere e’ stato trovato riverso sul pavimento della cucina, insieme all’arma del delitto, dalla polizia e dai sanitari del 118 piacentino. L’uomo, 57 anni, mentre il figlio chiamava i soccorsi, e’ poi scappato a piedi dall’abitazione, ma il rimorso, o anche solo la consapevolezza di quanto aveva appena compiuto, lo ha probabilmente convinto a costituirsi immediatamente nella vicina caserma dei carabinieri, con le mani ancora sporche del sangue della moglie. Ora e’ in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Tutto e’ accaduto poco dopo le 16 nell’appartamento al primo piano di viale Dante, dove la famiglia albanese abitava da qualche anno. Determinante, nella ricostruzione del delitto da parte degli agenti della squadra mobile, sara’ soprattutto la testimonianza del figlio minore, che a quanto pare potrebbe aver assistito impotente alla scena. Quello che al momento e’ certo e’ che marito e moglie stavano litigando animatamente, ma non si conoscono ancora i motivi precisi, anche se qualcuno dice che il rapporto fosse deteriorato da tempo e che questo sarebbe stato l’epilogo tragico di un nuovo alterco degenerato stavolta fino al delitto. I vicini di casa hanno sentito le grida, pare infatti che non fosse nemmeno la prima volta che accadeva. E’ stato al culmine della brutta discussione che l’uomo avrebbe afferrato un coltello, colpendo la moglie per almeno tre volte direttamente alla gola. Poi ha gettato la lama ed e’ scappato a piedi. Intanto sono arrivati polizia, carabinieri e 118, ma i tentativi di rianimare la 52enne sono stati vani. E’ morta dissanguata. Nel frattempo il marito si e’ diretto a piedi nella caserma dei carabinieri, a poca distanza dalla loro dimora: e’ entrato e si e’ costituito. Ammettendo cio’ che aveva appena fatto, l’omicidio della moglie. Il pm Antonio Colonna ha subito disposto per lui un fermo di pg per omicidio, mentre il figlio e’ stato portato in questura dove e’ stato ascoltato per un interrogatorio destinato alle ore piccole. E che dovrebbe chiarire le ragioni dell’ultimo litigio. L’omicidio della donna per mano del marito a Piacenza porta a 28 le vittime di femminicidio dall’inizio dell’anno. Una classifica che continua ad aggiornarsi senza sosta e che se si dovessero considerare tutti gli omicidi di donne, sarebbe anche piu’ alta: nella categoria del femminicidio, spiegano infatti gli esperti della Polizia, rientrano solo le uccisioni di donne in ambito familiare e affettivo, come atto criminale estremo di supremazia/possesso dell’uomo sulla donna. Del fenomeno della violenza sulle donne si e’ occupata di recente la Commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza di genere istituita in Senato il 18 gennaio del 2017, che ha tracciato una prima mappa italiana illustrata all’Onu in occasione della 62ma sessione della Commission on the Status of Women. Secondo lo studio, in rapporto alla popolazione femminile residente, il maggior numero di omicidi, tra 2012 e 2016, si e’ avuto in Umbria (7,8%), Calabria (6,8) e Campania (6,5). Nel 90% dei casi ad aggredire le donne sono uomini, per la meta’ partner o ex e il 20% e’ costituito da familiari: dunque nel 70% dei casi la violenza sulle donne arriva da qualcuno che si conosce, spesso qualcuno con cui si hanno legami affettivi. Il 10,6% delle donne dichiara di aver subi’to una qualche forma di violenza sessuale prima dei 16 anni. Piu’ di una donna su tre, tra le vittime della violenza del partner, ha riportato ferite, lividi, contusioni o altre lesioni (37,6%). Circa il 20% e’ stato ricoverato in ospedale e tra queste piu’ di un quinto ha riportato danni permanenti. Dai dati emerge che le donne straniere denunciano piu’ di quelle italiane (17,1% contro l’11,4% delle italiane). Negli ultimi 6 anni, c’e’ stata una graduale riduzione del numero dei delitti di violenza sessuale denunciati: sono passati dai 4.617 episodi del 2011 ai 4.046 del 2016 (-12% circa). Nei primi nove mesi del 2017 si e’ registrato un lievissimo ulteriore calo (-0,2%) del totale del numero di reati di violenza sessuale denunciata, rispetto al medesimo periodo del 2016: da 3.095 a 3.035. Aumentano invece i casi di stalking: si e’ passati infatti dai 9.027 atti persecutori denunciati nel 2011 ai 13.177 del 2016, con un aumento del 45%, dato che scende nel 2017.
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2018 - 22:20