“Ancora un suicidio nelle carceri del Lazio, ancora un morto nel carcere di Viterbo. Ieri sera, verso le 22, un uomo di trentasei anni, con fine pena tra circa un anno, è stato trovato morto nella sua stanza, in isolamento, a seguito di impiccagione. La Procura della Repubblica ha disposto il trattenimento della salma per verificare le cause del decesso”. Lo scrive in una nota Stefano Anastasìa, Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio “A Viterbo, come altrove – spiega il Garante -, non è ancora stato definito il Piano locale di prevenzione del rischio suicidario previsto dall’Accordo Stato-Regioni del luglio scorso. E nel frattempo, come in simili circostanze, si cercheranno le responsabilità ultime: chi dovesse vigilare o perché non fosse stata disposta una adeguata vigilanza. Ma non è questa la soluzione per prevenire tragici eventi come questo. Al contrario, serve un intervento di sistema, sull’intero ambiente penitenziario, che renda più accettabili le condizioni di detenzione e le relazioni umane all’interno del carcere, che faciliti quelle con l’esterno e che limiti alle estreme necessità l’isolamento, considerato dall’Organizzazione mondiale della sanità e dallo stesso accordo Stato-Regioni una vera e propria condizione a rischio suicidario”.
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