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Detenuto di Rebibbia si laurea e ottiene il dottorato: è il primo in Italia

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Si chiama Alessandro L., 46 anni, il detenuto della Casa circondariale di Rebibbia che ha ricevuto la I edizione del premio nazionale “Sulle ali della libertà” per avere ottenuto, primo in Italia, il dottorato di ricerca in Sociologia e Scienze applicate alla ‘Sapienza’, con lo studio dal titolo: “Rieducazione, formazione e reinserimento sociale dei detenuti. Uno studio comparativo ed etnografico dei detenuti rientranti nella categoria alta sicurezza in Italia: percorsi di vita, aspettative, e reti sociali di riferimento”. L’uomo, in carcere dal 1995, aveva conseguito la laurea in Sociologia nel 2013. Il premio “Sulle ali della libertà” è promosso e ideato dall’Associazione Isola Solidale (in collaborazione con Agenzia Comunicatio) che a Roma, da oltre 50 anni, accoglie i detenuti che hanno commesso reati per i quali sono state condannati, che si trovano agli arresti domiciliari, in permesso premio o che, giunte a fine pena, si ritrovano privi di riferimenti familiari e in stato di difficoltà economica. Il premio consiste in un buono per l’acquisto di libri pari a 1000euro. L’iniziativa, che ha ottenuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella la medaglia di rappresentanza, riconoscimento che viene attribuito a iniziative ritenute di particolare interesse culturale, scientifico, artistico, sportivo o sociale, è patrocinata tra gli altri dal ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dal ministero della Giustizia, dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, dal ministero della Salute, dalla Regione Lazio, dalla Comunità Ebraica di Roma, da Roma Capitale, dalle Acli di Roma. Alla cerimonia di consegna che si è tenuta presso la sede della BPM a Roma sono intervenuti, tra gli altri: Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia, Alessandro Pinna, presidente dell’associazione Isola Solidale, monsignor Paolo Cesar Barajas, dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, Paolo Ciani, consigliere regionale del Lazio delegato dal presidente della Regione; il generale Pierantonio Costantini, responsabile nazionale della Polizia penitenziaria, Stefano Anastasia Garante dei detenuti Lazio, Fabio Perugia, portavoce italiano del congresso ebraico mondiale. Ha coordinato Enrico Selleri, conduttore di TV2000. Per tale occasione, inoltre, il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, ha inviato un messaggio di auguri. “Siamo convinti che la conoscenza ci rende liberi, ci rende consapevoli, capaci di discernere il bene dal male. La cultura può salvare, può redimere, certamente migliora l’uomo, apre la mente e la rende capace di un’evoluzione necessaria per affrontare le grandi sfide della vita. Questo è quanto mai vero nel carcere dove il tempo assume una dimensione quasi dilatata, dove tutto rischia di diventare fermo e immutabile – ha spiegato Alessandro Pinna, presidente dell’Isola Solidale – È per questo che l’esperienza di A.L. ci ha molto colpito al punto che abbiamo deciso di istituire proprio un premio, che ogni anno verrà assegnato a coloro che, seppur in stato di detenzione, si dedicheranno ad attività culturalmente rilevanti realizzando opere di particolare interesse frutto del loro ingegno e di un processo formativo o creativo”. “E’ una bella iniziativa la vostra. Il 95% dei detenuti italiani proviene da uno strato socio-culturale basso, entra in carcere con la licenza di scuola media inferiore. Questo dà una limitata visione sul vivere civile e responsabile. Il detenuto che in carcere studia e impara un mestiere si troverà messo davanti ad una realtà socio culturale di cui ignorava l’esistenza e quando sarà libero non riuscirà più a parlare con i vecchi amici, capendo che il modo in cui si è comportato era sbagliato”, ha detto A. L. in un video che è stato proiettato durante la presentazione dell’iniziativa. Il detenuto ha annunciato anche una prossima laurea anche nei Servizi sociali. “La detenzione serve all’individuo che ha commesso un crimine; dico ai detenuti: studiate, apprendete, migliorate la vostra esistenza per un futuro migliore”. 


Articolo pubblicato il giorno 15 Maggio 2018 - 18:56


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