Da un delitto mai risolto alle estorsioni per centinaia di migliaia di euro, passando per casi di lupata bianca. Un libro scritto dalla giornalista casertana Marilu’ Musto, dal titolo “Punta il piccione e spara”, pubblicato dalla giovanissima casa editrice – nata nel 2017 – Gnasso Editore, ripercorre la vita e le gesta, prima da ragazzo quasi normale, quindi da criminale di spessore, di Bruno Buttone, ex killer del potente clan Belforte di Marcianise, passato poi dall’altra parte, come tanti esponenti della cosca casertana attivita’ gia’ negli anni ’80 in cui era schierata dalla parte della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo nella cruenta faida con i clan della Nuova Famiglia. Una storia emblemtica la sua, di un ragazzo che voleva forse un’altra vita, tanto da andare all’Universita’, ma poi “fagocitato” dal clan. E’ la prima volta che un libro parla di questa cosca e di un suo ex affiliato di primo piano. E’ stato lo stesso Buttone a scrivere la sua storia in carcere mentre era al 41bis, consegnandola poi alla Musto, che se n’e’ ispirata liberamente per scrivere la sua opera “prima”, basata non solo sulle confessioni criminali di Buttone, ma anche e soprattutto sui suoi due amori, che lo hanno prima “condannato” e poi “salvato”. Del libro si parlera’ oggi (ore 18) nella sala conferenze di Confindustria Caserta con l’autrice, il presidente dell’associazione datoriale Gianluigi Traettino, il parroco casertano don Antonello Giannotti, Sergio Costa, comandante dei Carabinieri Forestali della Campania, Mariachiara Francica, presidente del Collegio penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Cesare Sirignano, sostituto procuratore nazionale antimafia, l’avvocata Rossella Calabritto e Mara Donesi, dirigente antifrode della dogana di Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 18 Maggio 2018 - 11:44