Napoli. Caso Consip: la sezione disciplinare del Csm ascolterà l’ufficiale dei carabinieri Gianpaolo Scafarto e l’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni. Secondo i membri del Csm la loro audizione è indispensabile per decidere nell’ambito del procedimento disciplinare a carico del pm di Napoli Henry John Woodcock e della collega Celestina Carrano relativo all’inchiesta Consip. La richiesta è arrivata dal pg della Cassazione Mario Fresa ed è stata accolta dalla sezione, che ha rinviato l’udienza al 7 giugno.
Il ‘tribunale delle toghe’ ha disposto queste nuove audizioni per approfondire quanto accaduto durante l’interrogatorio a cui Vannoni venne sottoposto a Napoli il 21 dicembre 2016, atto istruttorio al centro dell’incolpazione che la procura generale della Cassazione rivolge ai pm Woodcock e Carrano, che sentirono l’ex consigliere economico di Palazzo Chigi come persona informata sui fatti e non come indagato, in assenza, quindi, di un difensore. All’audizione di Vannoni era presente anche Scafarto; gli altri ufficiali di polizia giudiziaria che vi assistettero sono già stati sentiti dalla disciplinare. Nell’udienza di oggi è stato ascoltato il maresciallo dei Carabinieri Carlo Brachetti, le cui dichiarazioni hanno confermato quanto già riferito nella passata udienza dal capitano della Gdf Sebastiano Di Giovanni, spiegando che “nessuna minaccia o pressione” fu fatta a Vannoni, il quale apparve “agitatissimo” e che fece “spontaneamente” i nomi del ministro Luca Lotti e dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi riportati nel verbale dell’atto istruttorio. Nell’udienza di oggi, infine, è stata sentita il pm Carrano, in relazione esclusivamente all’incolpazione contestata a Woodcock, quella relativa ai ‘virgolettati’ riportati da un articolo di ‘Repubblica’ del 13 aprile 2017 sul caso Consip e sul presunto scontro tra le procure di Roma e Napoli. “Dopo quell’articolo il collega era turbato – ha detto Carrano – molto amareggiato per essere stato tradito da un’amica con la quale, mi ha spiegato, aveva avuto una conversazione di cui gli era stato garantito non ci sarebbe mai stata pubblicazione. Io non mi sono risentita, e non ho percepito alcuna ripercussione o disappunto da parte dei colleghi di Roma”.
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