‘Tu che cosa vuoi per andartene?’.’Marco, io non voglio che mi dai niente! Pero’ io mi sono preso un milione (di euro -ndr) di debiti che non erano miei! Fammi pagare sto milione di debiti!’.’Va bene, va bene, va bene! Facciamo una cosa: Donna Margherita lo prende mio fratello, Pizza Margherita quell’altro mio fratello, tu stai con me al 40% al Regina coi proventi del 40% ti paghi i debiti!’ Vabbe’ la fortuna volle che quel giorno che andammo dal notaio a Donna e a Regina Carmine, il fratello, che doveva firmare per Pizza, teneva la febbre e non scese a Noi per questo ci troviamo Pizza Margherita”. E’ il resoconto di una conversazione che Luigi d’Ari, uno degli otto indagati nella indagine affidata alla Direzione investigativa Antimafia partenopea arrestato oggi, fa il 13 marzo dello scorso anno a Domenico Mollica, altro arrestato ripercorrendo le tappe che lo hanno portato prima a diventare prestanome dei fratelli Marco(suo interlocutore in quel dialogo, ndr.), Carmine e Massimiliano Iorio, in carcere nel 2011 per reimpiego nelle loro attivita’ di ristorazione di capitali di una famiglia di usurai del Pallonetto di Santa Lucia, i Potenza, e di 2 milioni di euro del clan Lo Russo, e poi vittima di estorsione proprio da parte del boss Carlo Lo Russo che in quei ristoranti aveva appunto investito una parte del denaro della cosca. “Un milione di debiti e 90 dipendenti mi sono presi – avrebbe detto Luigi a Marco Iorio restituendogli le chiavi del locale dopo la sua scarcerazione nel 2015 – voglio solo quel milione di euro”. Il gip Emilia Di Palma in 483 pagine della sua misura cautelare, con la quale ha disposto l’arresto di Luidi e Antonio D’Ari, due medici fratelli, e misure cautelari anche per la moglie del capoclab Adriana Lo Russo, per lo stesso Mollica, per altri due affiliati alla cosca e per Vincenzo De Gaetano, ricostruisce una complessa vicenda che vede contemporaneamente i due professionisti complici e vittime della camorra. Antonio D’Ari e’ medico estetico, il fratello Luigi.medico anestesista, e prestano servizio in due strutture private di primo piano a Napoli. Come racconta lo stesso Luigi, non sapendo di essere intercettato in un ufficio in cui ha sede una societa’ di Mollica, su istanza e insistenze del padre dei fratelli Iorio, Antonio, poi deceduto, ha preso in gestione i ristoranti Donna Margherita, Pizza Margherita e Regina Margherita, sul lungomare e nel centro di Napoli, di fatto garantendone pero’ il controllo ai proprietari detenuti. Una “grande cortesia” per la quale vuole soltanto rientrare dall’esposizione debitoria che si e’ accollato. Invece e’ costretto a versare al clan Lo Russo 5mila euro ogni 15 del mese per coprire quei 200mila che la cosca aveva dato a Marco Iorio per aprire Pizza Margherita. E addirittura, una volta, mentre esce dalla sala operatoria della clinica in cui presta servizio, si trova davanti un emissario del clan incaricato proprio da Mollica che gli dice che deve andare subito da Carluccio, cioe’ dal boss. E’ lo stesso Mollica poi che riscuotera’ le rate di questo ‘pizzo’ per girare il denaro alla moglie di Mariano Torre, sicario dei Lo Russo poi pentito, all’epoca anche detenuto. L’inchiesta degli uomini del capo centro Giuseppe Linares traccia una serie di passaggi di denaro che vedono anche appunto il trasferimento di 8mila euro al mese alla moglie di Torre da parte del clan attraverso soldi in parte dei D’Ari per sostenere la famiglia durante il periodo di detenzione del killer, ma anche quello di 5mila euro al mese alla sorella del boss Carlo, Adriana, pure raggiunta da misura cautelare.
Articolo pubblicato il giorno 17 Maggio 2018 - 15:28