Cinque secoli di carcere e’ la pena totale inflitta dai giudici della Corte d’Appello di Napoli ai boss della ‘paranza dei bambini’ di Forcella e dei Decumani, zona del centro di Napoli. Per mesi si sono fronteggiati in una feroce faida di camorra caratterizzata non solo da omicidi cruenti ma anche con ‘stese’, raid con spari in aria per intimidire gli avversari. Da una parte i Giuliano, nipoti dei capi della camorra che negli anni Ottanta hanno dato guerra a Raffaele Cutolo e ora tutti pentiti, dall’altra i Mazzarella che dalla periferia cercavano spazio al centro di Napoli. Tra i 42 imputati il giudice ha condannato Salvatore Amirante a 8 anni, Ciro Brunetti, 12 anni; Manuel Brunetti, 16 anni; Salvatore Cedola, 16 anni. Condannati tutti i babyboss dei Giuliano. Antonio Giuliano, 16 anni; Cristiano Giuliano, 7 anni; Daniele Giuliano, 6 anni; Giuseppe Giuliano, 12 anni; Guglielmo Giuliano (classe 1991), 14 anni; Guglielmo Giuliano (classe 1994), 11 anni; Luigi Giuliano Junior, 14 anni; Manuel Giuliano, 14 anni e la loro mamma, Carmela De Rosa, a 6 anni.
Complessivamente sono 41 le condanne di cui ben 18 con riduzione di pena rispetto al primo grado di giudizio mentre 14 sono le assoluzioni. E c’è pure qualche scarcerazione. Tra i beneficiari dello ‘sconto’ c’è anche Pasquale Lino Sibillo, fratello del fondatore Emanuel, che poi come indicato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva preso in mano le redini del gruppo.
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