Domenico Conte, di 48 anni, arrestato oggi perche’ ritenuto mandante dell’omicidio dell’84enne Anna Rosa Tarantino, assassinata per errore a Bitonto durante un regolamento di conti tra clan rivali, e’ riconosciuto come capo indiscusso di un gruppo criminale rivale dei Cipriano. Il giorno in cui fu uccisa la donna – secondo l’accusa – Conte ordino’ ai suoi uomini di “sparare a chiunque fosse capitato a tiro”: il killer sparo’ a uno spacciatore, ma le pallottole colpirono la donna. Negli ambienti malavitosi e’ conosciuto come “Mimm u negr” e ha una fedina penale pesante. Ha cominciato la sua attivita’ illecita a 20 anni e poco dopo e’ diventato il giovane di fiducia di Michele D’Elia, noto come “Michele sei dita”, ritenuto affiliato alla Sacra Corona Unita. Nel 2003, in due tentarono di ucciderlo e i presunti sicari furono, di li’ a poco, vittime della lupara bianca. Nel 2007 Conte torno’ ad essere bersaglio di colpi d’arma da fuoco che colpirono e uccisero il suo braccio destro, Vito Napoli, con il quale si trovava. Nel 2010 viene ferito nei pressi di porta Robustina, ma sopravvisse anche al terzo agguato. Negli anni, Domenico Conte fu piu’ volte vittima di agguati, entrando e uscendo dal carcere a piu’ riprese. Nel frattempo il suo gruppo criminale viene piu’ volte decimato da operazioni delle forze dell’ordine. Ma su Bitonto continua la ‘guerra’ tra i Conte, della zona 167, e i Cipriano del centro storico, per la contesa degli affari illeciti e, soprattutto, dello spaccio della droga. L’omicidio di Anna Rosa Tarantino matura proprio nel corso della guerra tra clan. Dal 20 aprile Conte era ricercato come mandante delle sparatorie avvenute il 30 dicembre, del tentato omicidio di Giuseppe Casadibari e dell’omicidio di Anna Rosa Tarantino. Secondo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Vito Tarullo, 34 anni, braccio destro di “Mimm u negr”, Conte ordino’ quel giorno ai suoi uomini di “sparare a chiunque fosse capitato a tiro”.
Il presunto capoclan e’ stato rintracciato a Giovinazzo dove e’ stato localizzato, in base ad attivita’ tecniche, in una villetta di un residence rivierasco. Latitante dal 20 aprile, si era nascosto a Giovinazzo con la convivente incinta e la figlia di 6 anni. L’84enne Anna Rosa Tarantino incrocio’ la fuga dello spacciatore di droga Giuseppe Casadibari, inseguito da due sicari armati, e fu uccisa con due dei 17 colpi di pistola sparati nei vicoli del centro storico di Bitonto. Vittima innocente della ‘guerra’ in atto tra i due clan rivali, Conte e Cipriano, l’Anziana sarta fini’ per errore sulla traiettoria di quei proiettili, nell’ultimo dei quattro agguati compiuti quella mattina, il 30 dicembre scorso, in una sorta di ‘botta e risposta’ tra gruppi criminali. All’origine dello scontro c’era la gestione delle piazze di spaccio della droga e il tradimento di alcuni sodali passati al clan rivale. Cosimo Liso (ex Cipriano passato con i Conte) aveva iniziato a spacciare nella piazza dei rivali, nel centro storico, e per questo gli era stato intimato di abbandonare la propria casa. All’indomani mattina – il 30 dicembre – la sua reazione, con alcuni colpi di pistola su un portone a Porta Robustina, piazza di spaccio nella citta’ vecchia del clan Cipriano, quindi la risposta con due spedizioni punitive: una a casa di Liso, sfondando il portone d’ingresso, l’altra in via Pertini, alla periferia di Bitonto, con 31 colpi sparati sul portone della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio controllata da clan Conte. I Conte aspettarono solo dieci minuti: due uomini con i volti coperti, Michele Sabba e Rocco Papaleo, su ordine del boss, cercarono un bersaglio, uno qualunque del clan rivale, e inseguendo uno spacciatore, per eliminarlo, uccisero la signora Tarantino. Dal 17 marzo ad oggi per i quattro agguati di quella mattina sono state arrestate nove persone.
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2018 - 12:55