Caserta. Riusciva a controllare direttamente la vita dei suoi adepti con dei riti. Durante gli interrogatori presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere sono emersi dettagli choc. Le ragazze hanno ricostruito come don Barone, il sacerdote finito nel mirino dell’inchiesta, sarebbe riuscito a controllare la vita dei suoi seguaci. Le giovani hanno parlato di decine e decine di persone plagiate, convinte in confessione, durante le celebrazioni che se fossero uscite dalla “setta” per loro sarebbe stato, parafrasando la Bibbia, “pianto e stridore di denti”. Le vittime che hanno denunciato il sacerdote di Casapesenna hanno confermato le accuse, aggiungendo di sentirsi in balia del prete. Il sacerdote, secondo quanto hanno raccontato, aveva delle tecniche per tenere sotto controllo i suoi adepti. Una delle due ragazze ha confermato i palpeggiamenti, l’altra ha confermato i rapporti intimi con cui il prete l’avrebbe costretta a subire sia in Italia che in un hotel all’estero. Entrambe le giovani hanno riferito agli inquirenti di non potersi ribellare al volere del sacerdote. Una delle due oltre agli abusi sessuali ha subito anche maltrattamenti “da esorcismo”. Le botte, il collare, la costrizione a bere l’acqua nel quale il prete sputava. C’è anche la testimonianza di una 13enne riferendo che “Quando ci picchiava, credevamo che stesse percuotendo il diavolo”. Un’altra ragazza, invece “dicevo loro che era un buon prete, all’epoca pensavo questo”.
Articolo pubblicato il giorno 18 Aprile 2018 - 10:10