Cronaca Giudiziaria

Trattativa Stato-mafia, il pm Teresi: “Sentenza dedicata a Falcone, Borsellino e alle vittime innocenti”

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Palermo. Trattativa Stato-mafia: una sentenza dedicata a Borsellino, Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia. lo ha detto il pm Vittorio Teresi, al termine della lettura del dispositivo del processo che si è concluso dopo cinque anni di udienze e testimonianze e che ha visto la condanna di mafiosi ed elementi delle istituzioni. “Va analizzato attentamente il dispositivo che in linea di massima ha confermato la tesi principale dell’accusa sull’ignobile scambio, chiamato semplicemente ‘trattativa’, ma che nascondeva il ricatto fatto dalla mafia allo Stato e a cui si sono piegati alcuni elementi delle istituzioni – ha aggiunto – E’ un processo che bisognava fare a tutti i costi”. La sentenza letta oggi pomeriggio nell’aula bunker del Tribunale di Palermo dai giudici della Corte d’Assise, ha scatenato numerose reazioni. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, costituito con il Comune parte civile nel processo ha detto: “Quella che da sempre diciamo essere stata una verità storica è da oggi è una verità giudiziaria, a conferma del fatto che la legalità e lo Stato di diritto restano capisaldi della nostra comunità. Questa sentenza condanna – ha aggiunto Orlando – la vergognosa identificazione fra Stato e Mafia, che ha permesso allo Stato di presentarsi col volto della Mafia e alla Mafia di presentarsi col volto dello Stato; è la condanna di un passato che siamo impegnati a far sì che non si ripeta mai più”. Costituita nel processo come parte civile anche l’associazione Libera:  “Dopo cinque anni finalmente si scrive una pagina di verità e giustizia su uno dei periodi più oscuri della nostra Repubblica. La sentenza conferma che la trattativa c’è stata, un risultato importante nell’accertamento di primo grado. Il nostro pensiero – aggiunge Libera – va ai tanti familiari delle vittime innocenti delle mafie consapevoli che la sentenza certamente non ripaga le loro ferite e il loro dolore. Questa sentenza invita tutti a continuare ad impegnarci sempre di più con corresponsabilità e maggiore consapevolezza per liberare il nostro paese dalle mafie e dalla corruzione. Libera si è costituita parte civile nel processo e ha seguito tutte le udienza ‘per stare vicino ai magistrati, non li abbiamo lasciati soli perchè non si costruisce giustizia senza la ricerca della verità”, conclude la nota.
Parla di recidere definitivamente i rapporti tra Stato e Mafia, il sostituto procuratore della Dna Nino Di Matteo, dopo la sentenza sulla trattativa Stato Mafia che ha avallato l’ipotesi della Procura di Palermo. “Sono emersi fatti importanti da questa inchiesta che ho condotto fin dall’inizio assieme al collega Antonio Ingroia che voglio ricordare in questo momento per il lavoro che ha svolto anche lui. Emerge con chiarezza che nell’Italia martoriata dal dalle stragi qualcuno reagiva altri saltavano in aria e qualche pezzo dello Stato invece trattava con la mafia. E’ una sentenza che ha un valore assolutamente storico in questi anni si è detto di tutto sulla nostra inchiesta e sul nostro processo ora la Corte d’Assise ha concluso un momento importantissimo della lotta alla mafia che non è solo lotta contro l’ala militare di cosa nostra. E’ recidere una volta per tutte i rapporti della mafia con lo Stato”. E poi a proposito della condanna di Dell’Utri per minaccia a Corpo politico dello Stato ha commentato:  “La sentenza dice che Dell’Utri ha fatto da cinghia di trasmissione tra le richieste di cosa nostra e l’allora governo Berlusconi che si era da poco insediato. La corte ritiene provato questo. Il verdetto – ha aggiunto – dice che il rapporto non si ferma al Berlusconi imprenditore ma arriva al Berlusconi politico”.
E’ felicissimo Salvatore Borsellino, fratello do Paolo, il magistrato ucciso nel luglio del 1992 a Palermo, commentando la decisione della Corte d’Assise di Palermo: “Questo è il traguardo della mia vita. Ma manca ancora la politica. Stavo proprio scrivendo un messaggio a Nino Di Matteo per ringraziarlo per tutto quello che ha fatto e per tutto quello che ha dovuto subire lui e la sua famiglia per portare avanti questo processo – aggiunge -. Quasi non ci credo che finalmente è stata affermato che c’è stata questa trattativa. E’ Stato affermato tutto quello per cui io combatto da anni. L’unico neo è l’assoluzione di Mancino ma di fronte a tutto il resto non riesco a descrivere il mio Stato d’animo. Spero soltanto, a questo punto, di morire prima dell’appello. Così almeno se in secondo grado dovessero cambiare le cose me ne andrò via con questa sentenza che restituisce un pezzo di verità sulla trattativa e su mio fratello. Si tratta di un traguardo molto importante per la mia vita. E’ una vita che combatto per questo e finalmente una sentenza della magistratura mi ha dato ragione e afferma quello che fino a oggi era stato negato, irriso, vilipeso. Sono veramente felice”.
“La Sentenza pronunciata dalla Corte di Assise registra una sostanziale convalida dell’impianto accusatorio prospettato dalla Pubblica accusa di Palermo”. Ha detto l’avvocato Ettore Barcellona, legale del Centro Studi ed Iniziative Culturali Pio La Torre che si è costituito parte civile. “Dopo quasi cinque anni di istruttoria dibattimentale, durante la quale è stata vagliata una enorme mole di elementi di prova – aggiunge – la Corte, pur con alcuni limiti temporali, ha riconosciuto provate quelle articolate condotte poste in essere in tempi diversi e da soggetti diversi che sono state definite convenzionalmente come Trattativa Stato – mafia”. “Non solo, quindi, una mera ricostruzione storica – peraltro importantissima – come era stata definita da alcuni autorevoli detrattori del processo, – osserva Barcellona – ma la riconosciuta sussistenza di condotte di reato e dei loro autori. Riconosciuta, inoltre la piena legittimità della richiesta di risarcimento del Centro Pio La Torre come di Libera e dell’associazione vittime della strage dei Georgofili che fin dall’inizio della vicenda giudiziaria – conclude il legale di parte civile – hanno sostenuto e creduto nell’immane lavoro dei Pubblici ministeri e la cui presenza nel processo dalla parte dell’accusa ha rivestito anche una importanza simbolica di rilievo”.


Articolo pubblicato il giorno 20 Aprile 2018 - 18:38

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