Fare parte di un partito e della sua giovanile non significa sposarne sempre tutta la linea e i Gd di Scafati lo dicono forte e chiaro in un comunicato stampa nel quale manifestano il loro dissenso sulla modalità d’azione alla base dell’attuale fase politica dei Giovani Democratici della Campania.
“Riteniamo che la “crisi” politica sancita dalle dimissioni dell’ex segretaria Francesca Scarpato, rassegnate – irresponsabilmente – sul suo profilo Facebook in piena campagna elettorale, meritava una gestione del tutto differente da quella adoperata.
In barba alle logiche del buon senso e senza alcun coinvolgimento dei circoli locali, in effetti, l’elezione del nuovo segretario è avvenuta in un’assemblea regionale, convocata con scarso preavviso e in assenza dei delegati, in cui, in sostanza, è stata notificata una decisione presa in precedenza all’interno delle segrete stanze. Dicasi lo stesso per la formazione del nuovo gruppo dirigente.
Uno schema irrispettoso e, soprattutto, deleterio per la nostra organizzazione giovanile.
Un canovaccio, questo, che, al netto delle denunce sollevate da tanti militanti e, paradossalmente, anche da chi è stato a capo di questa organizzazione, continua a ripetersi in maniera quasi spietata.
Eppure, poco più di un mese fa, lo scorso 4 marzo, abbiamo subito una clamorosa débâcle.
Crediamo, pertanto, che sia stata persa una grossa occasione per provare, davvero, a ricostruire l’organizzazione regionale dei Giovani Democratici e intraprendere una seria battaglia di rappresentanza delle istanze di giovani studenti, lavoratori, precari e disoccupati.
Ad oggi, ahinoi, si fa molta fatica a comprendere per quali motivi un ragazzo, seppur volenteroso e appassionato, possa avvicinarsi alla realtà dei Giovani Democratici, a fronte di un’azione politica esclusivamente autoreferenziale e priva di reale consistenza, di organismi depauperati della ricchezza del confronto democratico e di un sistema di tessere e correnti ultra-collaudato.
Un sistema ben lontano dai principi ispiratori e dalla dialettica democratica che dovrebbe, invece, contraddistinguere la nostra formazione politica.
Ciò nonostante, restiamo convinti circa la nostra permanenza all’interno dell’organizzazione giovanile, consapevoli della bontà della mobilitazione generazionale che la bandiera dei Giovani Democratici è stata capace di determinare negli anni.
Ed è proprio nel rispetto dei tanti ragazzi che hanno sposato, e ancora sentono come propria, la causa dei Giovani Democratici che ribadiamo, con forza, l’urgenza di un cambio rotta. Tanto nella forma quanto nella sostanza.”
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