Nocera. Due le strade perseguibili dalla Procura subito dopo la scarcerazione di Domenico Senatore, il 35enne di Nocera indagato per la morte di Fabrizio Senatore, 43enne di Salerno. La prima ipotesi potrebbe essere l’impugnazione al tribunale del Riesame con degli elementi nuovi che vadano a precisare e chiarire la presunta volontà omicida dell’indagato. La seconda, invece, è quella che conduce ad una chiusura delle indagini. Il primo passaggio fondamentale sarà attendere il deposito dei risultati dell’autopsia che affermerebbe, secondo tecnici di parte e medico legale, la morte di Fabrizio avvenuta per un unico colpo alla testa. Una frattura grave che gli avrebbe provocato la morte. Secondo le prime informazioni pare che non vi siano altri segni sul colpo. Questa cosa andrebbe ad escludere che l’auto condotta da Domenico Senatore sia passata sul corpo di Fabrizio. Il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza di rigetto della misura carceraria per Domenico ha lasciato intendere cosa avrebbero dovuto fare gli inquirenti. Il giudice terzo si è basato unicamente su verbali di sommarie dichiarazioni di persone informate dei fatti oltre all’interrogatorio del conducente. Nessuna foto dei luoghi, perizia e foto dell’auto incidentata. Secondo il gip l’attività investigativa ha prodotto “scarni elementi su una dinamica tutta da ricostruire. L’investimento – come afferma il giudice preliminare – è ovviamente anomalo, con l’andamento dell’auto incerto in quei momenti concitati, fino alla collisione e definitivo arresto”. Il gip chiede nuove verifiche, queste nuove verifiche “dovranno essere più rigorose”. Domenico Senatore, per il momento, è tornato in libertà. Qualora, invece, “si dimostrasse l’intenzionalità della condotta, ovvero la consapevolezza da parte del guidatore che Fabrizio Senatore era sotto l’auto, allora l’omicidio apparerebbe confiugurabile”.
Articolo pubblicato il giorno 13 Aprile 2018 - 16:55