Nel corso della requisitoria davanti al giudice monocratico del Tribunale di Roma, il pm (riconfermato dal procuratore Pignatone dopo una richiesta di astensione avanzata dai difensori) ha affermato che gli Occhionero “hanno gestito una attività di spionaggio massiva con la creazione di una vera e propria rete telematica che puntava ad infettare circa 18 mila pc in modo da carpire dati sensibili all’insaputa del proprietario del computer”.
Per l’accusa, all’ingegnere nucleare Giulio Occhionero spetta la “responsabilità di avere concepito, pianificato e alimentato dal 2001 un sistema per l’acquisizione” di un numero enorme di dati. Per gli inquirenti sono oltre tre milioni e mezzo le mail carpite e seimila le persone spiate. Tra i pc presi di mira anche quelli della Camera e del Senato, del ministero degli Esteri e della Giustizia, del Partito Democratico oltre che di Finmeccanica e Bankitalia.
Articolo pubblicato il giorno 10 Aprile 2018 - 20:16