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Scoppia la psicosi meningite a Napoli e provincia dopo la morte del 16enne, i medici: ‘Nessun allarme’

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Pediatri di famiglia “sotto assedio” in Campania, dopo la morte per meningite del 16enne ieri mattina nell’ospedale Cardarelli di Napoli. “E’ evidente che si stia diffondendo tra molti genitori una sorta di psicosi”, osserva Antonio D’Avino, segretario provinciale della Federazione Italiana dei Medici Pediatri. “A Napoli – aggiunge – non c’e’ alcun allarme e non si deve credere il contrario”. A chiedere consigli e cercare di avere informazioni, spiega D’Avino, sono in modo particolare i genitori, molti dei quali sino ad oggi hanno considerato i vaccini contro il meningococco “un rischio per la salute dei propri figli e che ora invece iniziano a comprenderne l’importanza”. Per D’Avino “soltanto se il numero dei genitori che vaccineranno i propri figli aumentera’ in modo significativo riusciremo ad avere una copertura efficace. Ad ogni modo e’ bene spiegare ai genitori che il vaccino contro il meningococco C viene dato gratis a tutti i nuovi nati dal tredicesimo mese di vita; i bambini che vogliono praticare la dose di richiamo, e coloro che non stati vaccinati in precedenza, si possono vaccinare gratuitamente dopo l’undicesimo anno di vita”. Il segretario provinciale della Federazione Italiana dei Medici Pediatri chiarisce anche quale sia il percorso corretto per fare i vaccini: “A disposizione dei cittadini – dice – ci sono le Unita’ Operative Materno Infantili, con i centri vaccinali dislocati sul territorio, deputati a questi compiti. Per aumentare le coperture vaccinali e ridurre il carico di lavoro dei centri vaccinali, nell’Asl Napoli 3 sud, abbiamo avviato una collaborazione tra i pediatri di famiglia e i centri vaccinali secondo la quale i pediatri potranno effettuare le vaccinazioni contro il rotavirus e contro il meningococco B nei propri studi. Diamo cosi’ una mano a centri che devono tenere il ritmo imposto dal piano nazionale prevenzione vaccinale. I pediatri di famiglia restano comunque i principali alleati nella lotta alla disinformazione. Le corse in ospedale non servono, anzi. Al pronto soccorso e’ bene andare solo dopo aver consultato il proprio pediatra”. D’Avino spiega anche come riconoscere un sintomo preoccupante: “La meningite – dice D’Avino – e’ una malattia che determina mal di testa, irrigidisce il collo e la nuca del bimbo. Se il bambino ha la febbre alta, il collo rigido, se versa in uno stato di sonnolenza insolita, e’ iporeattivo e ipovigile allora e’ il caso di preoccuparsi. Ma, come e’ facile comprendere, sono sintomi molto evidenti e ben diversi da una banale influenza”. “Spero che la paura di oggi – dice infine D’Avino – serva a convincere tanti genitori dell’importanza dei vaccini, prima di tutto per proteggere i propri figli contro morbillo, rosolia e parotite. Statisticamente e’ molto piu’ probabile che un bambino si ammali di morbillo anziche’ di meningite e le complicanze possono essere comunque importanti. Visto che i vaccini sono strumenti fondamentali nelle nostre mani, proteggiamo i nostri figli con consapevolezza”.


Articolo pubblicato il giorno 6 Aprile 2018 - 15:13

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