Resta agli arresti domiciliari a Roccaraso insieme con i genitori, l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. La Cassazione infatti ha respinto il ricorso della Dda di Salerno della richiesta del provvedimento cautelare ma con il braccialetto elettronico per controllare i suoi spostamenti. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Aliberti in caso di accoglimento rischiava di tornare di nuovo in carcere in attesa dell’arrivo del dispositivo elettronico. L’ex primo cittadino era stato arrestato il 24 gennaio scorso per voto di scambio politico mafioso per i suoi legami con gli esponenti del clan Loreto -Ridosso di Scafati. Era stato scarcerato il 17 febbraio. Due giorni fa è comparso davanti al gup Emiliana Ascoli del Tribunale di Salerno per l’udienza preliminare insieme con la moglie Monica Paolino, il fratello Nello Aliberti, e poi il collaboratore di giustizia, Alfonso Loreto; l’ex vicepresidente dell’Acse, Ciro Petrucci; i cugini Gennaro, Andrea e Luigi Ridosso; l’ex consigliere comunale Roberto Barchiesi; l’ex staffista Giovanni Cozzolino; il ragioniere capo del Comune Giacomo Cacchione; l’ingegnere dell’ente, Nicola Fienga; Giuseppina Ametrano, legale rappresentante de l’Eternità, Alfonso e Catello Cesarano, amministratori della ditta Cesarano Nicola Pompe funebri, all’epoca dei fatti.. Il pm Vincenzo Montemurro della Dda di Salerno che rappresenta l’accusa ha chiesto di effettuare l’incidente probatorio per sei testimoni ritenuti chiave nell’ambito del processo. Si tratta diDiego Chirico (ex assessore), Pasquale Coppola (ex presidente del consiglio comunale, Filippo Sansone (ex amministratore delegato della Copmes), gli imprenditori Fabio e Aniello Longobardi, e la giornalista Valeria Cozzolino dovrebbero – secondo la procura – cristallizzare le loro accuse nella fase preliminare. Il gup si è riservato la decisione rinvio l’udienza al prossimo 26 aprile.
Articolo pubblicato il giorno 13 Aprile 2018 - 07:56