Presso il IV circolo Stanziale, scuola Noschese di San Giorgio a Cremano si discriminano un papà separato. La storia ce la racconta proprio il nostro protagonista Giorgio Contovas papà separato, con un figlio di 7 anni che frequenta detto istituto e che denuncia aver subito numerosi episodi di discriminazione ormai non più tollerabili e chiede pertanto un intervento urgente alle preposte autorità a cui ha denunciato tali episodi.
Ho iscritto mio figlio presso il IV circolo Stanziale, plesso Noschese succursale Sant’Agnello perché li è dove la mia ex moglie ha voluto iscrivere mio figlio, io avrei preferito la centrale ma non ho potuto fare altro che accettare.
Da subito la scuola e per essa il Dirigente scolastico ha manifestato nei miei confronti una inconcepibile ostilità: mi hanno rifiutato il modulo di iscrizione perché “preferivano darlo alla mamma”, telefono alla segreteria scolastica per domandare quando veniva eletta la rappresentante di classe ma mi veniva staccato il telefono in faccia in molo modo perché a detta della dipendente scolastica al telefono “non poteva perdere tempo con me”. Ancora, una volta eletta la Rappresentante di classe ,chiedo a Costei di essere inserito nel gruppo Whatsapp dei genitori della classe ma mi viene rifiutato l’accesso perché “maschio”, mi viene addirittura detto “che ci devi fare nel gruppo il gallo in mezzo alle galline…” e stiamo parlando del gruppo whatsapp dove la rappresentante avrebbe dovuto fornirmi le notizie scolastiche di mio figlio. Dopo numerose mie proteste in merito contro ciò che era a tutti gli effetti una discriminazione la rappresentante di classe mi manifesta allora tutta la sua ostilità dicendomi che visto che volevo entrare a tutti i costi nel gruppo di genitori e lei non era tenuta ad inserirmi avrebbe cambiato nome al gruppo dei genitori nominandolo “amiche di scuola” così rimanevo escluso e non potevo nemmeno più lamentarmi, nel mentre mi informava che avrebbe costituito un finto gruppo whatsapp “solo per me”, senza la mia ex moglie all’interno dove avrebbe solo fatto finta di informarmi delle attività scolastiche di mio figlio, in modo appunto da non permettermi di lamentarmi e terminando il suo discorso insito di disprezzo dove asseriva “nel gruppo dei genitori non ti inserisco, tanto non mi puoi fare nulla mi sono informata”. Nelle settimane successive la rappresentante ha costituito un finto gruppo whatsapp dove la mia ex moglie non era presente ed io non venivo informato di tutte le attività scolastiche di mio figlio se non sporadicamente e al primo vero colloquio che ho avuto nel “finto” gruppo whatsapp con altre mamme in merito alla gita scolastica la rappresentante a quel punto inspiegabilmente, compie un atto gravissimo: in data 04 dicembre 2017 aveva trasmesso alla mia ex moglie copia di tutte le conversazioni che il sottoscritto aveva effettuato nel “finto” gruppo whatsapp con le altre mamme tramite gli screenshoot delle schermate tant’è vero che la mia ex moglie aveva utilizzato queste conversazioni presso la Corte d’Appello di Napoli per presentare ricorso incidentale nel procedimento di appello in corso per modificare il regime di affidamento di mio figlio. Ancora non riesco a spiegarmi cosa ci abbia potuto guadagnare da un simile gesto una rappresentante di classe che dovrebbe fungere solo da anello di collegamento tra insegnanti e genitori informando questi ultimi delle attività scolastiche. A che scopo aiutare la mia ex moglie nel cercare di togliermi l’affidamento condiviso di mio figlio? E’ questo il ruolo delle rappresentanti di classe a San Giorgio a Cremano? Ovviamente di ciò veniva informata immediatamente sia la magistratura che la dirigente scolastica che è rimasta volutamente inerte.
Inutile aggiungere che durante tutto l’arco dell’anno scolastico non sono mai stato informato su tantissime attività di mio figlio. Non sono stato informato quando la scuola è rimasta chiusa per neve, nè tanto meno di quando ha riaperto, nemmeno dei giorni di chiusura quando la scuola è stata impegnata come seggio elettorale, né quando mio figlio usciva prima di scuola. Addirittura non vengo informato quando c’è una gita, località dove mio figlio svolgerà in gita, orario di partenza, di arrivo, costo ne tanto meno se al termine della gita i bambini hanno fatto regolare rientro a scuola, rimanendo all’oscuro ed in apprensione. Non vengo informato su chi vada a prendere mio figlio fuori la scuola sebbene più volte abbia richiesto alla Dirigente di essere informato su “chi vada a prendere mio figlio fuori scuola” non avendo autorizzato nessun altro ad andarlo a prendere. La scuola neanche mi informa su chi va a prendere mio figlio fuori la scuola! Quest’ultima domanda non è banale, su tale questione l’unica risposta che mi ha fornito la scuola è che “agli atti non è presente alcuna delega sottoscritta da entrambi i genitori, il che implica che non vi sono altre persone legittimate a prelevarlo da scuola” ebbene osservo: se la madre di mio figlio si è trasferita volontariamente per lavoro a circa 500 km da San Giorgio a Cremano lasciando mio figlio ai suoi anziani genitori ( di cui negli atti giudiziari narra delle loro invalidità fisiche per malattie, ovvero narra che non sono autosufficienti e necessitano di assistenza medica) allora chi va a prendere mio figlio fuori scuola? Non vengo informato in merito alle riunioni scuola/famiglia venendomi così impedito di conoscere l’andamento scolastico di mio figlio e violando così il mio diritto/dovere alla genitorialità, il diritto dovere di mio figlio di essere seguito da entrambi i genitori, sebbene norme di legge tutelino la mia genitorialità e gli stessi principi sono anche tutelati sulla carta dalle circolari MIUR che vengono tristemente e totalmente disattese presso il IV circolo Stanziale. Tutto ciò accade nella civilissima San Giorgio a Cremano che si propone quale modello a favore dei bambini, come città a misura di bambino, che istituisce ogni anno “la giornata del gioco”, dove esiste il “registro della bigenitorialità”, tutto ciò accade ad un papà separato che non ha nessun impedimento giuridico anzi ha la piena potestà genitoriale e si trova in affido condiviso, quindi le ragioni di queste discriminazioni sono esclusivamente culturali dove, in un ambiente scolastico prettamente di stampo femminista si crede falsamente che l’importante sia informare solo la mamma mentre invece per legge bisogna rendere partecipi entrambi i genitori. Concludo dicendo che la mia oltre ad essere una battaglia per il diritto di mio figlio a vedere liberamente riconosciuto e partecipe il proprio papà nella vita scolastica vuole anche essere una battaglia di civiltà in favore dei tanti, troppi papà separati che quotidianamente subiscono dopo la separazione giudiziaria un infinità di discriminazioni, venendo totalmente esclusi dalla vita dei propri figli, il mio consiglio a tutti loro è di non arrendersi e combattere sempre, combattere contro l’ignoranza, contro l’ingiustizia, contro le discriminazioni, contro l’ideologia femminista patricida che vede i figli come “un oggetto esclusivo” delle loro mamme: non abbiate timore di denunciare. Ogni anno solo in Italia 200 papà separati si suicidano perché non riescono più ad avere alcun rapporto con i loro figli, esclusi totalmente dalle loro ex mogli e da un sistema cieco che li riduce a semplici bancomat che devono versare solo il mantenimento. Una strage che si consuma nella più assoluta indifferenza e nel silenzio delle istituzioni. A tutti questi genitori separati il mio appello è di uscire dal silenzio, dall’indifferenza, affermare con forza i propri diritti, le strade ci sono basta saperle percorrere.
Con questo appello a denunciare si conclude il racconto del nostro papà separato che ha denunciato le discriminazioni fin qui subite a tutti gli organi competenti sia civili che penale, ai Ministeri competenti, forze dell’ordine, al Garante dei Minori, alle associazioni di tutela dei diritti dei minori. Giorgio Contovas è un papà separato che da oltre 6 anni si occupa di bigenitorialità, difesa dei diritti e sostegno ai genitori separati e loro figli. E’ amministratore di un gruppo OPEN SPACE con circa 1800 iscritti dove fornisce consulenza legale e psicologica gratuita ai genitori separati. Ha uno sportello su San Giorgio a Cremano per le tematiche antidiscriminatorie in difesa dei diritti dei più deboli e per le pari opportunità presso la sede di Iniziativa Sangiorgese in via Pittore 88, dove ha anche uno spazio fisso sul periodico diretto da Ciro Di Giacomo.
Articolo pubblicato il giorno 30 Aprile 2018 - 19:15