foto di repertorio
Portato davanti al “boss” per quantificare il “pizzo”. carabinieri arrestano il capo e i suoi 5 complici, tra i quali una donna. Prima avvisato, poi, dopo un’ora, costretto a seguire un uomo e una donna che lo hanno portato davanti al “capo” per quantificare il “pizzo” da pagare subito, e anche quello da versare poi, mensilmente.
E’ quanto capitato il 30 dicembre a un piccolo imprenditore di Cercola che ha dovuto seguire gli emissari di un 45enne di Pollena Trocchia ritenuto elemento di spicco del clan camorristico dei “De Luca-Bossa-Minichini” fino a un centro scommesse di Pollena Trocchia.
Convocata “al cospetto” del 45enne, la vittima è stata accerchiata e poi spostata in un punto poco a vista del centro scommesse. ed è proprio lì che si è concretizzata la richiesta di “pizzo” aggravata dal metodo mafioso: puntando sulla riconosciuta appartenenza al clan il 45enne ha intimato il pagamento di 500 euro subito dopo l’incontro e, poi, di 200 euro al mese.
I carabinieri della tenenza di Cercola, che a partire dalla constatazione della presenza continua del 45enne nel centro scommesse, osservavano i movimenti dei personaggi in questione, hanno ricostruito tutta la faccenda e, dopo le inevitabili ammissioni della vittima, hanno sottoposto a fermo per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso il 45enne (sorvegliato speciale) e 4 dei suoi complici: 3 già noti alle forze dell’ordine uno incensurato, tutti ritenuti vicini al clan “De luca Bossa-Minichini” operante tra Cercola e i quartieri napoletani di Barra e Ponticelli.
Gli arrestati sono Roberto D’Ambrosio, 45enne (sorvegliato speciale) di Pollena Trocchia, Luca Concilio, 34 anni, Bruno Solla, 54enne del “lotto zero” (fratello di Salvatore ucciso a Ponticelli), Eduardo Mammoliti Fiorentino, 25 anni di Ponticelli e Gerardo Russo Ferdinando, 20enne di Cercola e Mariarca Baldassarre 44 anni di Massa di Somma. Gli uomini portati tutti al carcere di Secondigliano.
Il gip di Nola ha convalidato i fermi dei primi 5 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e disposto la custodia cautelare in carcere per tutti trasmettendo gli atti per competenza alla direzione distrettuale antimafia partenopea. La Dda ha poi chiesto e ottenuto un’ordinanza dal GIP di Napoli.
Il 19 febbraio la donna è stata arrestata su ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla DDA ed eseguita dai carabinieri di Castello di Cisterna per altra estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore edile del vesuviano.
I militari della Tenenza di Cercola le hanno ora notificato l’Ordinanza di Custodia Cautelare riguardante i fatti di Pollena Trocchia all’interno del Carcere di Santa Maria Capua Vetere
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