Scoppia la rissa in campo a pochi secondi dalla fine della partita. Coinvolta la squadra anti clan di Casal di Principe, Asd don Peppe Diana, e la squadra del San Marco. La partita valevole per il campionato regionale di Prima Categoria si è disputata sul prato verde comunale di San Marco Evangelista, nel Casertano. E’ successo ieri, l’arbitro sta per fischiare il termine del match che dà per vincitrice per 5 reti a 0 i padroni casa. Ma i ragazzi di Casal di Principe non ci stanno. Gli animi non si distendono neanche dopo che l’arbitro concede due minuti di recupero. I giocatori casalesi prendono di mira proprio il fischietto ed il portiere del San Marco iniziando ad insultarli. Il parapiglia inizia dopo il triplice fischio finale. I giocatori del San Marco reagiscono alle provocazioni degli ospiti: calci sputi minacce e pugni. L’arbitro chiama la polizia, sul campo arrivano 12 agenti che sedano gli animi ed identificano i due presidenti. “Su ogni campo i casalesi innescano nervosismo, litigano. Qui hanno perso e forse non ammettono la sconfitta”. Dice un tifoso. Infatti non è la prima volta che accade un episodio del genere. I calciatori tesserati sotto le insegne del prete ucciso dalla camorra sono giovani animati dalla passione per il calcio. Non tutti possono far parte del gruppo. I ragazzi che desiderano giocare nella squadra devono conosce la storia di don Peppe e a nessuno dei calciatori è consentito litigare o minacciare i calciatori avversari altrimenti si rischia l’espulsione dalla gara. Regole molto ferree ma, a quanto pare, poco applicate.
Articolo pubblicato il giorno 26 Aprile 2018 - 09:31