Al teatro La Fenice di Venezia, il prossimo giovedì 3 maggio, si svolgerà l’11esima Giornata della Memoria dei Giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, manifestazione promossa dall’Unione nazionali cronisti italiani in collaborazione con il Sindacato giornalisti del Veneto e con l’Ordine dei giornalisti del Veneto. La manifestazione è stata inserita nella formazione professionale ed avrà inizio alle ore 9,30. Introdurrà i lavori, dopo i saluti delle autorità, la segretaria del Sindacato giornalisti del Veneto, Monica Andolfatto. “Il 3 maggio, per me, è un giorno importante. Mi fa sentire meno solo – sottolinea Paolo Siani, fratello del giovane cronista del Mattino ucciso dalla camorra nel 1985 – e mi fa capire che ho fatto bene in questi 32 anni a tenere sempre vivo il ricordo di Giancarlo. Per questo desidero far pervenire la mia più sentita vicinanza e condivisione all’Unione nazionale cronisti italiani e a tutti coloro a vario titolo coinvolti nell’organizzazione dell’XI Giornata in programma a Venezia”. “Ricordare tutti i giornalisti uccisi – continua Siani – non rappresenta uno sterile esercizio di memoria ma il presupposto imprescindibile per la tutela di coloro che svolgono con grande passione e competenza questo delicatissimo mestiere, spesso sotto minacce e intimidazioni, e per affermare in maniera compiuta il principio della libertà di stampa. Un pensiero particolare va ai tanti, troppi giornalisti sotto scorta, a tutti coloro che, seguendo l’esempio delle nostre vittime, continuano a lavorare con la schiena dritta e assoluta onestà intellettuale. E proprio grazie a questi giornalisti, che spesso sono i più giovani, precari, abusivi, come lo era Giancarlo, che noi veniamo messi a conoscenza di fatti gravi che accadono nella nostra società. E grazie per fare questo straordinario lavoro, nonostante le minacce o le intimidazioni. Noi, noi tutti, vi siamo profondamente grati e sappiate che l’Italia fa il tifo per voi, ricordatevelo nei momenti in cui vi sentite soli e scoraggiati. Noi siamo dalla vostra parte”. “Sento – conclude Paolo Siani – di poter estendere a tutti i cronisti di cui facciamo memoria quanto affermo da anni riguardo a mio fratello Giancarlo: chi ha pensato di zittire i nostri cari con le armi non è riuscito nell’intento. Giancarlo e tutti i giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo continuano a vivere e a far sentire la propria voce, soprattutto attraverso le giovani generazioni, attraverso il culto della memoria e simboli di straordinario impatto come la Mehari, la ”spiaggina” su cui mio fratello si recava alla ricerca della notizia e sulla quale è stato barbaramente ucciso, da anni emblema della libertà di informazione. Grazie a tutti voi, che portate avanti, presso tutte le sedi preposte, questo prezioso lavoro di memoria e di impegno. Grazie di vero cuore e non smettete mai di farlo”. Il 2 maggio, alle 16,30 sempre a Venezia, i cronisti ricorderanno la guardia giurata Franco Battagliarin davanti alla ex sede del quotidiano Il Gazzettino che costituiva l’obiettivo degli attentatori. Aveva 49 anni Battagliarin, il 21 febbraio 1978, quando fu ucciso dall’esplosione di un ordigno. L’Unione cronisti ricorderà anche i giornalisti feriti in attentati ad opera della criminalità organizzata e di formazioni terroristiche tra cui Antonio Garzotto, cronista di giudiziaria del ”Mattino di Padova” che all’epoca era in forza alla redazione padovana del ”Gazzettino”. Garzotto venne gambizzato dai terroristi dell’Unione comunisti combattenti il 7 luglio 1977 ad Abano Terme in provincia di Padova.
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