Salerno. Bastava un solo indizio per aprire un nuovo fascicolo e continuare ad indagare. Ed ora quell’indizio c’è e c’è anche il nuovo fascicolo. L’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, è un caso ancora aperto. Questa eventualità era nell’aria già all’indomani del decreto di archiviazione del primo fascicolo processuale firmato dal Gip Emiliana Ascoli, due mesi fa, con l’archiviazione della posizione dell’unico indagato noto per l’omicidio, Bruno Humberto Damiani. La necessità di ‘archiviare’ formalmente l’indagine era nata per l’impossibilità di ottenere ulteriori proroghe per il delitto avvenuto 8 anni fa. Qualsiasi atto successivo fatto dagli inquirenti sarebbe stato inutilizzabile ai fini di un’eventuale prova. E, dunque, il momentaneo segno di resa. Ma sul delitto Vassallo la Procura di Salerno si gioca una partita importante, in termini di giustizia e credibilità.
La pista sulla quale si basa il nuovo fascicolo è quella legata allo spaccio di stupefacenti. Un movente più volte emerso nel corso della prima indagine e al centro delle accuse anche nei confronti del ‘brasiliano’ Damiani. La Procura e in particolare il pm Rosa Volpe che anche dopo il suo trasferimento a Napoli non ha mai abbandonato l’indagine hanno selezionato alcuni elementi che ritengono importanti, non ultime le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia sia della camorra che della ‘ndrangheta calabrese, oltre ad elementi emersi nel corso della mastodontica indagine seguita dal Ros di Salerno e che sembrano di minore importanza. Sono proprio questi elementi che costituiscono la struttura del nuovo fascicolo. E ancora una volta la pista è quella legata allo spaccio di stupefacenti a Pollica e nella frazione di Acciaroli. Una pista che non è essenzialmente basata sulla responsabilità del delitto legata alla criminalità organizzata e a clan che pure hanno interessi nell’area del Cilento. Nel primo fascicolo d’inchiesta sono sempre stati tenuti ‘segreti’ altri nomi di possibili sospettati, tre in particolare, sui quali si concentrano ora le attenzioni della Procura antimafia di Salerno. L’apertura del nuovo fascicolo è tecnicamente indispensabile per non chiudere negli armadi il caso di Angelo Vassallo. Lo avevano chiesto a gran voce i familiari, organizzando una petizione da inviare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche istituzioni e politici. E l’apertura del nuovo fascicolo d’inchiesta era l’unica soluzione possibile per evitare che sulla morte del sindaco di Pollica cadesse il silenzio della giustizia. Gli elementi ripescati, ripercorrono – sostanzialmente – quelli già noti agli inquirenti, anche se l’attenzione è focalizzata ora in un’unica direzione. Accantonato il movente passionale, quello legato all’imprenditoria spregiudicata che avrebbe voluto mettere le mani sulla perla del Cilento, ma anche quello di dissidi sorti in ambito locali, si punta sullo spaccio di sostanze stupefacenti nel paese affollato nei periodi estivi da migliaia di turisti.
Per dare una definitiva risposta sui responsabili dell’omicidio avvenuto nel settembre del 2010 ci vorrà ancora del tempo. Si va per esclusione e si accantonano tutti quegli elementi che hanno escluso responsabilità dei sospettati e che hanno portato l’indagine in un vicolo cieco. Si studiano anche le modalità del delitto, eseguito da qualcuno che non può essere definito un killer esperto. Anche l’impossibilità, ormai a 8 anni di distanza di recuperare l’arma del delitto, pesa molto sull’inchiesta. Si riparte, insomma, da alcuni elementi di base, ma il tempo della verità non è vicino. (r. f.)
Articolo pubblicato il giorno 13 Aprile 2018 - 09:22