La struttura della mente di Domenico Diele è quella tipica di un tossicodipendente. E’ quanto sarebbe emerso dai test effettuati un mese fa sull’attore romano accusato dell’ omicidio stradale della salernitana Ilaria Dilillo. Non a caso per avere la certezza della sua dipendenza dalla droga si è deciso un breve slittamento dell’udienza, nell’ambito del processo a carico di Domenico Diele. Fissata in un primo momento per il 23 aprile, davanti al gup del Tribunale di Salerno Piero Indinnimeo, con rito abbreviato, l’udienza ha subito una proroga di quindici giorni che nasce dalla esigenza di visionare non solo i risultati degli esami tossicologici ma prendere in esame anche i protocolli. E, cioè, rendersi conto di come si sia arrivati a tali risultati.
Presso lo studio del professore Antonello Crisci, mercoledì sera si è tenuto un incontro tra i vari consulenti e i periti nominati dal gup Indinnimeo proprio per discutere il caso e da parte della difesa di Diele è arrivata la richiesta di conoscere anche i protocolli rispetto ai quali sono stati effettuati gli esami tossicologici.
Circostanza ritenuta essenziale da tutti i presenti alla riunione proprio per la delicatezza della vicenda: da qui la necessità di richiedere una proroga di quindici giorni in modo da consentire il deposito dei tabulati dei calcoli ed inserirli in perizia. Intanto i test mentali già effettuati avrebbero accertato come l’imputato abbia la mente di un tossicodipendente cronico. Era stato proprio il giudice Piero Indinnimeo (in seguito alla requisitoria del pm) ad incaricare il professore di medicina legale presso l’Università di Salerno, Antonello Crisci (esperto in psicopatologia forense e psicologia clinica) ed il perito tossicologico Ciro Di Nunzio dell’Università di Catanzaro a stabilire in che misura l’assunzione di stupefacenti avesse condizionato la guida di Diele e fino a che punto l’imputato fosse lucido al momento dell’impatto. Insomma gli effetti provocati dalla droga sull’organismo di Diele tenendo conto che la Cassazione ha stabilito che gli effetti degli stupefacenti variano da soggetto a soggetto.
All’ingegnere Lima, sempre su richiesta del gup, spetta il compito di chiarire la velocità dell’auto di Diele e lo spazio di arresto e frenata rilevato in autostrada e, cioè, il livello di lucidità al momento dell’incidente. A febbraio scorso, il pm Elena Cosentino aveva chiesto per l’attore romano otto anni di reclusione, riconoscendogli solo lo sconto previsto dalla scelta del rito abbreviato: secondo la procura salernitana Domenico Diele, infatti, si è messo alla guida della sua Audi A3 in stato di alterazione psicofisica a causa dell’uso di stupefacenti. Quindi “negligenza, imprudenza, imperizia nonché inosservanza della normativa prevista dal codice della strada”. L’auto di Diele travolse e uccise la quarantottenne salernitana Ilaria Dilillo, in sella al suo scooter lungo la corsia nord dell’autostrada del Mediterraneo nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano.
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