Lโamore per le cose assenti, andato in scena al teatro Diana di Nocera Inferiore (rassegna Artenauta “L’Essere & L’Umano), รจ niente di piรน niente di meno che la rappresentazione di un amore, della scelta di un amore. ร la messa in scena del nostro modo di amare, sempre e di tutti. Tutti tutti.
Immaginate di vedere in scena allโinizio dello spettacolo, il vostro amore: un terzo sesso che vuol fare da guida, che ha una funzione narrativa, ma che a ben vedere non รจ nientโaltro che il โdualeโ di memoria ellenica: io e te insieme, la coppia. (E quel terzo sesso per diventare tale ha fatto la stessa fatica che fa una coppia per diventare coppia).
Poi appaiono loro DUE, lui e lei, il giorno del compleanno di lei (a cui ogni lei tiene e che ha onorato con scarpe rosse e filo di perle bon ton).
Primo atto: egli lascia ella.
Come la lascia? Cosa dice per farlo? Beโ, ciรฒ che diciamo tutti quando abbandoniamo: โรจ stato bello, ma poi tuโ, โho bisogno diโ, โho resistitoโ. Un poโ grida, un poโ no, lui. E lei? Fa come si fa di fronte a un โvado via da teโ. Lโattrice ferma in posizione plastica si lascia riempire dal vuoto delle mille parole degli addii, che sanno di nostalgia e colpa ed hanno un pessimo sapore.
Alle spalle dei due una grossa rete con dentro: i detriti di NoiDue? Un cuore? Un letto? Tutto. La rete cade, come le rane in Magnolia ed ecco che inizia il secondo atto.
Ella, forte come i distrutti, lancia sassi, anzi le carte francesi di un annoiato castello della coppia, che lei inconsapevolmente proteggeva con le mani dalle folate di vento. Qui altra dinamica del NostroAmore: chi abbandona vuole che qualcuno resti. Perchรฉ? Perchรฉ dร un senso a ieri, alla nostra capacitร di dare, a noi. Dell’altro poco importa.
Giacche per andar via, tricicli di figli che sembrano soluzioni o armi, ma che alla resa dei conti, nel duale, non compaiono (se fosse entrato il bambino? Il suo dolore avrebbe calmato il tremore di lei e la poltrona lanciata da lui? Si sarebbe accesa la luce invece di quei candelabri? Mi sa di no, il duale รจ duale, un figlio non rende migliori, rende diversi), sessualitร menzionata senza risparmio, tremori.
Poi a letto, sul cuore, sulle macerie. E il punto di inizio e di arrivo sta lรญ, scusate la sfrontatezza: in quel letto, il lettone che se non si รจ in due non si ha, nel talamo ossia il nascosto de NostroAmore. ร lรฌ che ogni volta, mi sa, ci diciamo la veritร , noi due.
Dove vuole arrivare uno spettacolo che ci dice ciรฒ che sappiamo giร ?
Ci vuole insegnare lโeleganza del โluogo comuneโ, che diventa eccezionale se detto al momento giusto. Il resto รจ noia.
Nel contempo ci vuole ricordare di quanto siamo ridicoli, alla Calvino, nel NostroAmore, finchรฉ non lo diamo in pasto al pubblico pagante, finchรฉ esiste per se stesso (allโinizio e alla fine, no?), poi diventa โcompostoโ.
Nel โmentreโ รจ un progetto alla ricerca di applausi, di โriconoscimentoโ.
E si รจ ridicoli perchรฉ si รจ liberi, e noi siamo dei liberi โscomposti e osceniโ perchรฉ non ne siamo abituati.
Attenzione, ci fa vedere anche unโaltra cosa facilmente travisabile: la paura della solitudine sembra la star, la causa e forse anche L’epilogo. No no: il NostroAmore non inizia per essere in due, ma per quella libera ridicolaggine; non si abbandona per essere uno, ma perchรฉ giร la sensazione di duale ci aveva lasciato. La solitudine fa capolino quando appare quel terzo sesso, senza perchรฉ e percome. O รจ su quel triciclo quando nessun bimbetto ci sgambetta .Spettacolo furbo e fraintendibile. (Banale o disturbante? E noi pubblico a camminare tesi sul filo sperando di cadere dalla parte giusta: disturbante). Ammiccante e โculturaleโ, fastidioso quanto una persona che ti โtuzzuleaโ a una cena per dirti una cosa vera, ma โeccheccazzโ, ho capito!โ.
Alla richiesta del regista โscrivetemi il finaleโ non rispondete, il NostroAmore era giร tutto lรฌ sul palco. Perchรฉ avete visto anche voi โLโamore per le cose immanentiโ, vero?
Isabella Tramontano
Articolo pubblicato il giorno 25 Aprile 2018 - 13:59