L’autopsia ha confermato che Nico è morto sul colpo battendo violentemente la testa dopo un volo di 70 metri in quel vallone maledetto di Positano. Era andato per divertirsi con amici e amiche e invece vi ha trovato la morte il 20 enne di Chiaia, Nicola Marra. Il corpo dopo l’esame autoptico è stato riconsegnato alla famiglia che prepara i funerali. L’autopsia ha stabilito anche l’orario del decesso che dovrebbe essere avvenuto tra le 4,30 e le sei della mattina di Pasqua. La perizia medico legale ha stabilito anche che i segni ritrovati sul suo corpo sono compatibili con la caduta. Per conoscere invece lo stato alcolemico del ragazzo e capire se, oltre a bere abbia fatto anche uso di altre sostanze, la tossicologa Pascale Basilicata ha preso qualche giorno: il tempo necessario per analizzare il sangue prelevato. Rimane per il momento ancora aperta l’inchiesta con l’ipotesi di reato morte per conseguenza di altri delitto ma se l’esame tossicologico darà risultati negativi la procura si avvia a chiudere il caso e ad archiviarlo come incidente. Resteranno invece il dolore e l’amarezza dei genitori di Nico e le polemiche nei confronti di chi poteva evitare quella morte assurda e non lo ha fatto. Il ragazzo durante la serata nella discoteca Music on the rocks sulla spiaggia di Fornillo trascorsa la notte tra sabato e domenica insieme a due ragazze che erano arrivate con lui ed altri amici napoletani ha bevuto più del solito. E’ andato in stato confusionale, è uscito dal locale nervoso perché aveva perso il cellulare e non aveva trovato il biglietto per ritirare il cappotto. Si è incamminato sotto la pioggia e poi si è diretto verso le scale che portano al vecchio cimitero di Positano. Li è caduto nel vallone sottostante ed è morto. Il racconto di chi era con lui e non lo ha fermato in quelle condizioni hanno alimentato ieri le polemiche del padre Antonio. Oggi insiste sul mancato aiuto da parte degli amici un cugino di Nicola. Sul quotidiano Il Mattino, Simone Varriale spiega: “Era un puro di cuore, buono e generoso che non meritava assolutamente di morire da solo. C’è poco da dire, avevano tutti bevuto troppo. Lui è stato lasciato andare via da solo. E hanno anche tardato ad avvisare. Non voglio incolpare nessuno, Nicola è morto per una disgrazia. Ma quasi sicuramente si poteva fare di più per evitarla. Sinceramente è già stato detto tanto su mio cugino, e credo sia ora che questo triste evento venga dimenticato e lasciato al dolore dei familiari”.
Articolo pubblicato il giorno 5 Aprile 2018 - 08:06